Sono in tutto 32 i rifugi trentini attualmente connessi a Internet, ma entro il 2012 si stima di attivarne una cinquantina.
Con una media di circa venti rifugi attivati all’anno, Trentino Network, l’ente provinciale preposto al progetto di cablatura del territorio, sta portando la connettività anche nelle zone più impervie della nostra provincia.
“Il nostro territorio – ha affermato l’amministratore delegato Alessandro Zorer – è quasi totalmente montuoso. Raggiungere una vetta, dunque, significa portare connettività a una buona fetta della popolazione e garantire non solo ai gestori dei rifugi ma anche ai numerosi turisti che popolano le nostre montagne la possibilità di usufruire gratuitamente di un importante servizio, oggigiorno sempre più richiesto”.
Per l’assessore al turismo della Provincia autonoma di Trento Tiziano Mellarini “Questo lavoro di infrastrutturazione è importante per diversi ordini di ragioni: per il valore aggiunto, sul piano tecnologico, che apporta ai nostri rifugi, già di per sé un punto di riferimento fondamentale per chi ama le nostre montagne; ma anche perché in questo modo potremo consentire ai visitatori e agli stessi gestori di accedere, attraverso la rete, a servizi importanti, che ci consentiranno di qualificare ancora maggiormente la nostra offerta turistica alle alte quote”.
Un servizio, dunque, in grado di “mettere in sicurezza” i rifugi e i territori alpini non più isolati nei loro crinali ma collegati con il resto della società. Per comprendere la straordinarietà del servizio, messo a disposizione dalla Provincia Autonoma di Trento, è sufficiente pensare a come può essere attualmente risolta una qualsiasi situazione di pericolo in alta quota: “Ci siamo trovati – raccontano i gestori dei rifugi trentini- più di una volta in situazioni di difficoltà. E con la rete abbiamo potuto subito attivare i soccorsi e salvare delle vite”.
Il progetto di connessione dell’arco alpino è iniziato nel 2008 e per due anni circa ha avuto luogo la fase di sperimentazione guidata dall’ingegnere Ivan Biasi di Trentino Network.
“I primi rifugi ad essere stati collegati – ha affermato l’ingegnere Biasi – sono il Mantova al Vioz (3535 metri), il più lato delle Alpi Orientali, e il Segantini (2700 metri). Ad essi ne sono seguiti altri quattro nel 2009, anche grazie alla realizzazione del ponte radio autonomo che consente di rilanciare il segnale radio della rete wireless nelle zone più remote”.
Installare un ponte radio significa predisporre delle strutture metalliche su cui vengono collocate radio dotate di diverse antenne, le quali svolgono la funzione di rilanciare il segnale, ma fungono anche da punto di diffusione, vale a dire da vero e proprio nodo in quota della rete wireless (senza fili).
Al fine di garantire energia pulita ogni ponte radio è stato inoltre equipaggiato di pannelli fotovoltaici per la produzione di energia e di batterie per il suo accumulo. Tale sistema fornisce alla stazione una piena autonomia per circa due settimane; condizione necessaria per contenere il rischio di spegnimento della stessa e dell’interruzione del servizio in inverno.
Entro il 2010 sono stati collegati dodici rifugi e il servizio è stato subito apprezzato dai gestori e dai turisti: “Ricordo – ha proseguito l’ingegner Biasi – che durante gli ultimi mondiali di calcio è stata attivata in via sperimentale la diffusione della TV via streaming ad uno dei rifugi più isolati che, proprio in concomitanza di una partita dell’Olanda, ospitava una comitiva di olandesi, i quali rimasero particolarmente sorpresi di poter seguire la partita al rifugio tramite PC e videoproiettore”.
Attualmente chiunque si trovi nelle vicinanze di un rifugio connesso in rete, dal 2011 può navigare gratuitamente grazie ad accordi di roaming con Operatori che offrono questi servizi, il ché significa non solo scambiarsi e-mail, ma attivare anche videoconferenze tramite appositi programmi, quali Skype.
I rifugi trentini, infatti, sono meta ambita oltreché da un turismo di tipo nazionale anche di tipo europeo. “Diversi sono gli escursionisti – raccontano i gestori – che hanno spesso esigenza di informare i propri cari del loro arrivo e quando non funziona il cellulare noi possiamo fornire loro Internet”.
Il servizio è stato dunque ampiamente apprezzato, anche se, per dotare le montagne trentine di connettività, sono state affrontate molteplici difficoltà strettamente collegate al territorio e alle varianti meteorologiche.
A volte infatti si tratta di dover servire zone completamente isolate, come il rifugio Ai Caduti dell’Adamello (3040 metri) dislocato ai margini del ghiacciaio dell’Adamello nei pressi della Lobbia: “Per raggiungerlo – ha proseguito l’ingegnere Biasi – sono stati necessari due rilanci del segnale, uno posto al Passo Presena (3014 metri) e uno alle pendici del ghiacciaio (2800 metri)”.
Al termine della sperimentazione si è realizzata una procedura che viene attualmente utilizzata dagli ingegneri di Trentino Network per portare a termine il progetto di connessione dei rifugi dell’arco alpino: “Il piano di lavoro prevede che nel 2012 siano raggiunti altri 20 rifugi – ha concluso Walter Zancanella responsabile dell’erogazione del servizio – e se sarà necessario attiveremo anche isole fotovoltaiche per supportare il piano. Seguendo questi ritmi riusciremo a concludere il progetto per il 2014”.
Info: www.trentinonetwork.it
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