Grande alpinista dotata di forte personalità, è stata la prima donna europea a salire l’Everest e anche la prima a scalare il K2. Il suo sogno era completare i quattordici Ottomila ma scomparve quando stava cercando di raggiungere il suo nono Ottomila: il Kangchenjunga
Nata il 4 febbraio 1943, Wanda Rutkiewicz, è stata una scalatrice dotata di una forte personalità, la prima donna europea a conquistare l’Everest nel 1978 e anche la prima donna a scalare il K2 senza l’uso di ossigeno supplementare nel 1986, 30 minuti prima di Liliane Barrard, poi deceduta durante la discesa.
Wanda morì nel 1992 quando stava tentando il suo nono Ottomila, il Kanchenjunga. La sua storia, il suo modo di essere, il carisma, la determinazione e anche la bellezza, hanno dato vita a molte chiacchiere e aneddoti sul suo conto. Era una donna dalla complessa personalità, che ha rivoluzionato l’himalayismo del tempo e non ha lasciato indifferenti le persone che l’hanno conosciuta o che hanno condiviso una spedizione con lei.
Dopo aver conquistato l’Everest, era convinta che una donna non avrebbe mai potuto assumere un ruolo uguale ad un uomo in una spedizione mista. Così, stanca di combattere in montagna per quello che considerava essere un suo diritto, prese una decisione: da quel momento, le sue spedizioni sarebbero state formate esclusivamente da donne.
Il suo atteggiamento, di fronte ad un problema o a un disaccordo, era conflittuale. Soprattutto in montagna, per Wanda, il compromesso era un segno di debolezza. La coerenza non era il suo punto di forza. Era testarda, ma anche perfettamente in grado di usare il fascino femminile a suo favore. Ci sono molte storie su come ha convinto persone ad aiutarla in compiti particolarmente pesanti o difficili; il messicano Carlos Carsolio attese in Pakistan 17 giorni un permesso di ascensione; Wanda dopo aver parlato con le autorità di Islamabad, vestita con i suoi abiti migliori, con trucco e tacchi, è tornata trionfale con il suo permesso in poche ore.
Il suo comportamento, che passava da agguerrita femminista a donna sensuale, diede origine a grandi storie, ma frustrò coloro che le stavano vicini. Non sapevano cosa aspettarsi, era imprevedibile.
Ma la conquista dell’Everest è stata significativa. Il 16 ottobre 1978 divenne la terza donna al mondo a scalare quella montagna, la prima europea e la prima persona di nazionalità polacca.
Wanda raggiunse la vetta nello stesso giorno in cui il cardinale polacco Karol Wojtyla fu eletto papa e divenne Giovanni Paolo II. Solo questo fatto, le portò una pubblicità che un alpinista professionista può solo sognare; come successo a Edmund Hillary con la giovane regina Elisabetta II, la cui incoronazione coincise con l’annuncio del suo arrivo in vetta all’Everest. Fonte e approfondimento
Morì sul Kangchenjunga
Wanda fu vista per l’ultima volta dall’alpinista messicano Carlos Carsolio. Il suo corpo fu ritrovato nel 1995 da una spedizione italiana composta da Simone Moro, Fausto De Stefani, Silvio Mondinelli, Marco Galeazzi, Mauro Mabellini, Omar Oprandi e Josef Rakonkaj sul versante opposto a quello lungo il quale era salita. Due le ipotesi formulate: che fosse salita sul Kangchenjunga e fosse poi caduta tentando di scendere dal versante opposto o che, arrivata al colle che separa la vetta principale del Kangchenjunga dal Kangchenjunga West (Yalung Kang), fosse precipitata dal colle lungo il canalone sul versante sud.