L’alpinista è partito oggi per l’Ottomila. E’ al suo quinto tentativo
L’avevamo annunciata ad ottobre la nuova sfida invernale di Daniele Nardi: il Nanga Parbat (8.126 m). Oggi il 42enne alpinista laziale parte per l’ottomila pakistano che tenterà attraverso l’inviolato sperone Mummery, in perfetto stile alpino e senza ossigeno supplementare.
Nessuno, finora, è mai salito in vetta da questa via, ritenuta troppo pericolosa.
Con lui ci sarà l’inglese Tom Ballard, classe 1988, con cui Nardi ha già scalato lo scorso anno. Si uniranno a loro, anche due alpinisti pakistani.
In un’intervista rilasciata poche ore fa a Radio 24, Daniele Nardi, al suo quinto tentativo sulla montagna, risponde così a Dario Ricci: “Il Nanga per me è diventato un’ossessione? No, e lo dico con franchezza. Piuttosto, il mio pensiero va proprio allo sperone Mummery, e a questa via innovativa. Quello è il mio grande sogno, ma non è un’ossessione. Piuttosto è amore per un’idea, e ancor di più per uno stile di intendere la montagna e la vita”.
Vai all’intervista rilasciata da Nardi a Radio 24
Nanga Parbat, “la montagna assassina”
Il Nanga Pàrbat è la nona montagna più alta della Terra con i suoi 8.126 metri s.l.m situata in Pakistan.
È il secondo ottomila (dopo l’Annapurna) per indice di mortalità, con un valore che si aggira intorno al 28%, tanto da essere spesso soprannominata anche “la montagna assassina”.
La prima salita invernale del Nanga Parbat è stata compiuta il 26 febbraio 2016 da Simone Moro (vai all’intervista), lo spagnolo Alex Txikon e il pakistano Ali Sadpara. L’italiana Tamara Lunger, quarta componente della spedizione, si è fermata una settantina di metri sotto la vetta.
La prima donna a raggiungere la vetta in inverno è stata l’alpinista francese Élisabeth Revol (anche la seconda donna in assoluto su un 8000 in inverno), coon il suo compagno di cordata, il polacco Tomek Mackiewicz, il 25 gennaio 2018. Mackiewicz perse la vita durante la discesa.