Vielmo: “È stata una cosa repentina, inattesa anche se c’era da aspettarselo date le pessime condizioni del ghiacciaio”
L’alpinista vicentino Mario Vielmo, martedì scorso ha conquistato il suo 12mo Ottomila, raggiungendo la vetta del Gasherbrum I , in Karakorum (Pakistan).
Vielmo ha impiegato due giorni per fare ritorno al campo base. Durante la discesa, la guida alpina è stata protagonista di un salvataggio a 5600 metri di quota, a poca distanza dal campo base (5000 m).
Il team di alpinisti guidati da Vielmo e giunti con lui in vetta, scendevano legati in cordata sul ghiacciaio terminale, quando un ponte di neve ha ceduto. Un alpinista, un tedesco legato in cordata con la compagna, è finito in un crepaccio. La donna non riusciva più a trattenerlo e rischiava di finire anche lei dentro la spaccatura che aveva lacerato il ghiacciaio. Vielmo, guida alpina, risalito il pendio, ha organizzato le operazioni di salvataggio, evitando che il panico prendesse il sopravvento.
«È stata una cosa repentina, inattesa anche se c’era da aspettarselo date le pessime condizioni del ghiacciaio. Il caldo ha aperto crepacci ovunque e reso la neve molle, faticosissima da calpestare. Condizioni che ci hanno obbligato a procedere legati. L’amico tedesco è stato fortunato, ho sentito l’urlo della sua compagna, ero appena cento metri più avanti a loro in cordata con il pakistano Ali e con Flor, l’alpinista peruviana arrivata pure lei in vetta. Ho fatto quello che dovevo fare, è andata bene. In quelle condizioni è stato quasi un miracolo», ha raccontato Vielmo al giornalista Claudio Tessarolo de Il Giornale di Vicenza.
In merito alla rinuncia di Marco Confortola, con cui aveva lavorato sulla via e lanciato la spinta alla vetta, il vicentino ha affermato: “Mi è spiaciuto moltissimo che abbia rinunciato e lo ringrazio tantissimo per quello che ha fatto su questa montagna, per il lavoro svolto assieme per posizionare le corde fisse su quasi tutto l’itinerario di salita. Il mio successo è anche merito suoIl mio successo è anche merito suo”.