Aggiornamenti dal Nepal
21 dicembre, inizia la stagione più fredda dell’anno. “L’inverno astronomico è l’unico inizio della vera e sola stagione alpinistica invernale nell’emisfero settentrionale”, ribadisce Simone Moro dal Khumbu (Nepal).
“Dopo 22 spedizioni invernali so cosa sto dicendo – continua Moro – Non è per creare una polemica con gli amici che iniziano ad arrampicare prima, ma solo per farvi capire perché ho accettato di fallire dopo il 21 dicembre, invece di cambiare le regole a mio favore. Non ho mai toccato la montagna prima del 21 dicembre”.
“L’acclimatamento procede velocemente con un tempo e un panorama spettacolari – informa il bergamasco, postando una foto dell’Everest nel ‘caldo e soleggiato tardo autunno’. “Incrocio le dita affinché il meteo rimanga lo stesso il più a lungo possibile.”
Il programma di Simone è scalare un paio di montagne di oltre 6000 metri e poi raggiungere, già acclimatato, il campo base del Manaslu, per il suo quinto tentativo invernale.
A differenza di Moro, il team guidato da Gelje Sherpa ha iniziato a lavorare sul versante Sud del Cho Oyu (salendo dalla valle di Thame, adiacente a quella del Khumbu), a metà dicembre. Hanno raggiunto velocemente il Campo 3, complici anche le buone condizioni meteo, e sono rientrati al Campo Base per qualche giorno di riposo.
Nella valle del Khumbu ci sono anche il valdostano Hervé Barmasse e il tedesco David Goettler che si stanno preparando al loro obiettivo invernale, ancora da definire:
“Da un Cervino a un altro. Dall’Italia al Nepal. Passione e ambizione…. E sopratutto voglia di provarci ancora. Nessun programma definito. Per ora pensiamo ad acclimatarci…”, ha postato ieri Barmasse sui suoi canali social, pubblicando uno scatto del Cervino al tramonto e uno con vista sull’Ama Dablam.
I due potrebbero decidere per l’Annapurna o il Dhaulaghiri (Nepal), oppure scegliere nuovamente il Nanga Parbat (Pakistan) e tentare l’immensa parete Rupal, una sfida ritenuta da molti impossibile.
Barmasse e Goettler affronteranno la loro nuova sfida invernale su un Ottomila, rigorosamente in stile alpino. A tal proposito, citiamo una frase di Barmasse, pubblicata poche settimane fa: “Oggi non vince chi sale sulla montagna più difficile, quella più alta o pericolosa, ma chi sulla montagna passa senza lasciare traccia.”
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