Un altro giorno nel mar Rosso, ancora un giorno suilla barriera. Alle volte mi domando se non siamo un poco tutti come questo muro. Una sequenza ininterrotta di esseri viventi che respirano in microcomunità.
Sopra la superficie di norma l’uomo, quale essere vivente assomiglia a un parassita, a un insieme di colonie di muffa. Annidato intorno alle fonti d’acqua, stretto alla poca vita. Basti osservare una cartina interattiva relativa alle città illuminate. Sotto i flutti è tutto differente e le forme più strane si avvicendano, migliori della nostra migliore fantasia.
L’acqua è ovunque e in tal senso il tutto è la risposta a ogni creazione. Immergersi seguendo la barriera è un po’ come pensare ricalcando un utopia materializzata. L’unico limite è che poterlo fare sono dovuto venire in Egitto, proprio in questa regione, proprio in questo momento delicato, proprio in questo mare.
Come asserì lo pseudo-Colombo “e il mare concederà a ognuno le proprie speranze come il sonno porta i sogni”.
Christian Roccati
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