E’ certamente un evento particolare, ben poco assimilabile a una manifestazione sportiva tout-court.
L’Afghan Ski Challenge vuole innanzitutto essere un’occasione per portare la gioia dello sci in un’area del mondo da decenni colpita da una guerra terribilmente cruenta. Una guerra che ha portato alla distruzione di popolazioni, culture, monumenti millenari.
Un tempo Bamiyan era famosa per le sue enormi e meravigliose statue del Buddha scolpite nelle pareti di roccia. Una era alta 38 metri e risaliva a 1800 anni fa, l’altra era alta 53 metri ed aveva 1500 anni.
Oggi è solo una regione poverissima dell’Afghanistan, dimenticata dal turismo, dai media, da tutti. Dopo quel fatidico 12 marzo 2001 (quando i due imponenti Buddha furono barbaramente distrutti) a Bamiyan è rimasta solo miseria.
Eppure, grazie al clima secco e alla sua esposizione a Nord, Bamiyan offre condizioni sciistiche pressochè perfette.
L’anno scorso un piccolo team composto da impiegati del quotidiano Swiss Neue Zürcher Zeitung e da sciatori locali ha deciso di fondare il Bamiyan Ski Club e di lanciare il primo Afghan Ski Challenge, gara di ski Touring nella splendida e remota regione di Bamiyan. Senza cellulari funzionanti, con una modestissima, quasi nulla, assistenza medica e accontentandosi di pernottamenti di fortuna.
Quest’anno la seconda edizione dell’Afghan Ski Challenge sarà aperta a partecipanti stranieri. Le quote di partecipazione – pagate solo dai partecipanti non afgani – saranno interamente devolute alle strutture sportive e ai progetti educativi presenti in Afghanistan.
Arc’teryx figura tra i sostenitori principali di quest’evento unico, che si tiene in un’area del mondo duramente colpita dalla guerra. Lo sci è innanzitutto gioia di vivere e lo sport può far molto per migliorare il mondo.
[nggallery id=62]Info: www.arcteryx.com
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