Acqua, l’elemento della vita, dicono: in alcuni casi la toglie in altri la dona. Sono appena “quasi-uscito” da un’alluvione, e, pur rimboccandomi le maniche, mi ritrovo ben lontano dall’aver rimesso a posto ogni cosa ed ecco una nuova possibilità.
Hurghada, Egitto, Red Sea… è la seconda volta quest’anno che lascio il mio continente.
Una settimana “immerso nella tua passione” per usare lo slogan di una nota pubblicità.
Son partito con un folto gruppo di amici, gente vera e simpatica, persone genuine e autentiche. Navetta per Milano, strappato alla realtà in un momento in cui davvero avrei voluto qualsiasi cosa, ma non il partire, non partire… Ci sono epoche e situzioni… prima sistemi le cose, poi vai e vivi avventure, così penso. Son fatto così, nessun limite in testa, mai, ma un obbiettivo alla volta. I limiti son solo cornici, non barriere, pensiero laterale.
Eppure eccomi qui… a “poca” distanza da Luxor, a trasgredire la regola che mi ha portato avanti anno dopo anno.
So che pagherò un prezzo a me stesso.
Partenza dalle montagne al confine tra Liguria e Piemonte in piena notte… in macchina prima a levante, a recuperare parte dell’attrezzatura, poi nel primo ponente Genovese, per raggiungere il pullman. Trasferimento in navetta a Milano dalle 2.30 di notte. Aereo per Hurghada… teoricamente a osservare il cielo al mutare delle nazioni.
I flutti di nembi che si vedono dai velivoli sono bassi, lontani, non come quelli che godi dalle cime, che accarezzi e puoi tentar di prendere. Questi son distanti dal tuo corpo esattamente quanto dalla realtà che non vorrebbe l’uomo comunemente in volo.
Poi l’Africa è iniziata: il Mediterraneo confina direttamente col deserto. Sono esterrefatto… Una distesa marroncina senza alcunché… Qualche accampamento e poche righe che dovrebbero esser strade: ma come si può vivere lì?
Nei deserti di ghiaccio le morfologie del nulla sono qualcosa, piene di vuoto, eppure straripanti di essenza, trascendenza, delle storie dei nostri patriarchi, di speranza, di magia, di energia. Le distese di ghiaccio sono acqua… sono racconto di epoche congelate una pioggia sopra l’altra, letteralmente, nel tempo.
I deserti di ghiaccio sono qualcosa di immensamente grande.
Questo deserto …lo è molto di più, eppure risulta completamente vuoto: non c’è alcuna vita, né alcuna speranza, solo il nulla, solo solitudine. Questa è la stessa differenza che intercorre tra pensiero e meditazione.
Il mio sguardo incrocia un fiume gigantesco… Il Nilo, allora… esiste? Non è un capitolo in un libro che i bimbi devono studiare… Non so quanta vita ed esistenze ho potuto scrutarvi: una striscia verde scurissima di scintille raggianti e concentrati appezzamenti. Una lama di esistenza che attraversa la sabbia, come una nazione incastonata nel deserto che si perde all’orizzonte, con il nulla a destra e a sinistra.
Dopo aver letto la prima parte di un libro magnifico e lavorato con il portatile in aereo, il lineare viaggio s’è arrestato. Per operazioni militari è stato bloccato l’aeroporto di arrivo e dopo trenta minuti di “giri in giro”, il comandante ha esordito con un rassicurante …«dobbioamo per forza atterrare a Sharm El Sheikh, abbiamo 15 minuti di volo e 20 massimo 25 di carburante»…
Qualcuno s’è agitato, i soliti che vedi da un km, sono andati quasi in panico. Tutti gli altri l’han presa serenamente e con fiducia, pur immaginando i carri armati quale accoglienza! Rifornimento e ripartenza, in totale qualche ora di ritardo e siamo atterrati. Altro trasferimento in pullman e siamo giunti a destinazione.
Parlare con gli egiziani, alcuni in particolare, mi ha fatto concepire il perché di tutto questo, la voglia di rinascita di una nazione intera che conosce la sua storia. Ecco l’orgoglio negli occhi che non si chiudono al vento di sabbia. Questi luoghi turistici sono finzione innestata tra il deserto e il mar Rosso, tra civiltà millenarie e tradizioni ancestrali.
Esattamente come chi va in montagna vuole Heidi, così qui i resort comprano l’anima europea mediante luci e piscine. Lusso, sfarzo, comodità, stereotipi affascinanti ciò che donano “all inclusive” con menù “all you can eat”... Che belle paroline: questa parte di Africa è la critica egiziana alla civiltà occidentale. Questo è il modo in cui ci vedono. I miei pensieri mi strapazzano ed è impossibile abituarmi al Truman Show. Ci son persino addetti per il trasporto dei bagagli (ovviamente mi rifiuto e isso io ciò che mi serve in camera: nessuno trasporta il mio zaino, ma sai su quale montagne è stato?).
Presto giunge la notte e dopo che i soliti recenti fantasmi mi divorano, reincarno la mia anima in me stesso.
Dormo si e no un oretta, scrivendo e pensando tutta la notte. Mi lavo nuovamente prima dell’alba, colazione e trasferimento in pulmino, tutti insieme, e finalmente hanno inizio le piccole grandi avventure.
Volevo vedere tante cose nella mia vita, elementi vividi come le dune, i poli, le cime, e ovviamente anche la barriera corallina. Iniziamo oggi a sondare il terreno, con una prima immersione nel rift di destra e una seconda in quello di sinistra della Makadi Bay, un gioiello che ci proietta in una sorta di acquario.
A parte il fare attenzione nei ritorni al passaggio delle barche, godiamo di una natura florida ed esuberante. Ognuno insieme prima al compagno e poi al gruppo, ognuno nella propria mente. Solo con i miei pensieri che rimbombano nella testa e non mi abbandonano mai, esisto. La lente d’ingrandimento del grande fratello blu rende tutto più chiaro.
Pinneggio e volo regolando il mio galleggiamento con l’aria. Esattamente come l’acqua, l’elemento che nel deserto manca e intorno al Nilo vince la vita, così nelle profondità dove non v’è aria, con essa trasfiguro me stesso quasi fossi un pesce. È quindi ciò che manca a governare ciò che c’è? Ecco il motivo per cui sono qui, ora l’ho capito, accettare che le cose si avvertono, siano esattamente così e decidere di conseguenza.
Questo viaggio mi insegnerà l’ovvio, una lezione difficilissima.
Domani un altro dialogo, per sta sera ordino il silenzio nella mia mente, ma dubito che arriverà questa portata.
(Foto del mio compagno sub Daniele Pastore)
Christian Roccati
SITO – FACEBOOK
Tags: Christian Roccati, egitto, mar rosso, subacquea