Un altro giorno in cui il turbinio della vita è un venticello a confronto di quel che provo. Dentro ho un mare in burrasca, con sentimenti e sensazioni enormi che non riesco a quietare in alcun modo.
C’è un grande oceano invece che un laghetto dietro alla diga della mia mente, e un tappo è stato tolto.
Questa notte non ho dormito, ma il sole è sorto lo stesso. Ognuno, dopo le libertà del mondo non mondo delle ore oscure, si è reincarnato in se stesso. A me non è concesso: sono tenebra e lo resto anche di giorno, al cospetto del sole, che lo voglia o meno.
Veleggiando su nuvole elettriche, di zucchero e lamette, sono corso da un caro amico e ci siamo allenati insieme. Dopo le interviste (di montagna) e prima delle consulenze (di montagna), abbiamo trazionato per 100 metri a segmenti di uno.
Le vette si sono avvicinate e con loro il cantico di Gea, ma la follia è rimasta lì. Vasco scrisse che la vita è tutto un equilibrio su di essa. In continuità con l’esistenza ho continuato a inseguire il mio progetto, un passo alla volta.
Ci siamo ritrovati su una slack line, in tre, Chris base jumper e wall climber del Colorado e Fabri, scalatore e nordic walker da Savona. Abbiamo provato letteralmente a stare in equilibrio sul mondo.
E la vita ha preso il suo ramo di fiume.
Un passo ancora, uno ancora verso l’Oltre, qualsiasi cosa sia.
Ed è di nuovo notte e sarà di nuovo giorno, e ancora non potrò reincarnarmi, sono Tenebra, sono nebbia che al primo sole svanirà, sono fumo di candela. Non sai mai quando se n’è andato, ma il suo odore resta e persiste, ricorda che puoi spegnere il fuoco, non la possibilità ch’esso si accenda.
Non sono fiamma, sono il diritto di una scintilla. Sono il diritto di una scintilla.
Christian Roccati
SITO – FACEBOOK
Tags: Christian Roccati