Vivo in una piccola località montana dove continua, fortunatamente, l’attività contadina di una volta e la gente sfrutta ancora il territorio per mangiare, scaldarsi e vivere. In questi giorni l’attività è molto intensa… i trattori girano in continuazione e le motoseghe crepitano nei boschi: si stanno raccogliendo le ultime castagne, molta gente che ha già finito comincia a tirare la foglia, espressione che nel gergo dialettale indica a pulizia del bosco, e al calar della sera si vedono sui monti gli ultimi focolai che bruciano ancora.
In questo periodo dell’anno, da piccola, andavo ogni giorno al bosco con i miei nonni per raccogliere le castagne: per me era un divertimento, che ricordo ancora oggi con dolcezza, e per i miei nonni una compagnia. Ora che sono mamma spero che mia figlia faccia la stessa cosa, anche se oggi, a far “lavorare” un bambino, si rischia una denuncia per sfruttamento di minore!
I trattori ronzano per il paese carichi di legna, la maggior parte delle persone in montagna si scalda con questa importante risorsa, compresa io. Da noi dicono che la legna scalda tre volte… quando la tagli, quando la porti e quando la bruci.
Ma non ci sono solo gli impegni della terra: qualche notte fa mio marito ed io siamo stati svegliati dalle campane delle vacche e dalle urla dei margari al rientro dagli alpeggi: una sfilata lunga quasi un’ora! E che modelle! La transumanza e il rientro dagli alpeggi estivi è l’evento più importante della stagione e segna l’arrivo della parte fredda dell’anno.
Questi momenti sono la realtà di un mondo che non cambia, vivo e pieno di valori, che noi gente di montagna ci teniamo ben stretti… Passare una serata davanti al fuoco con gli amici, mangiando una manciata di caldarroste e sorseggiando un bicchiere di buon vino… non ha prezzo!
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