Amici miei… salute a voi, eccomi di ritorno dopo la preparazione in Islanda e successivamente ad alcuni viaggi in Groenlandia come guida Kailas.
Nella lunga estate artica ho avuto il tempo di conoscere e lavorare con Robert Peroni, un uomo semplicemente straordinario. Le persone lo conoscono per gli exploit di tutta una vita, tematiche per le quali lo stimo moltissimo.
Ora che posso definirlo un amico e che ho compreso almeno in parte chi egli sia, posso dire con certezza che l’uomo Robert è ancora più grande dell’esploratore Peroni. Sempre attentissimo a ogni persona, anche alla più timida che passerebbe inosservata a occhi diversi, mette sempre prima il lavoro per le popolazioni locali rispetto a qualsiasi forma di autocelebrazione. La sua missione è molteplice e certamente anche relativa alla questione Inuit.
Egli si batte per una rivoluzione culturale che aiuti le popolazioni che noi stessi abbiamo contribuito a ostracizzare, con un turismo ecocompatibile che riconsegni la dignità privata a un popolo fiero che è sopravvissuto alle ere nel posto più selvaggio e ostile al mondo.
Anche se con tutti i limiti della tecnologia e del tempo, ho cercato di regalare a chi non ha avuto la mia stessa fortuna, un pizzico di Robert, con un’intervista semplice avvenuta dopo uno scambio libri.
(Riprese di Elena Veruggio)
Ho in mente due spedizioni decisamente uniche per l’anno prossimo che ho parzialmente già organizzato in questo periodo… tornerò da Robert alla Casa Rossa: senza falsa retorica mi sono reso conto che il mio viaggio antropologico, ciò che ho imparato dagli inuit e dal velocissimo cambiamento in questa terra, è stato un’esplorazione molto più ai confini di qualsiasi altra io abbia vissuto in precedenza. Tornare sarà come gustare ancora di più un segreto che per ora ho semplicemente odorato.
Christian Roccati
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