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Nanga Parbat”, del regista tedesco Joseph Vilsmaier (lo stesso che nel 1993 ha realizzato “Stalingrad”), ripropone la storia della famosa spedizione del 1970 all’ottomila più occidentale – e di sicuro tra i più mastodontici – della catena himalayana. Una vicenda controversa, che a quel tempo suscitò polemiche, risposte astiose, attacchi personali, e che ebbe il suo drammatico epilogo con la scomparsa di Günther Messner, classe 1946, giovane e fortissimo alpinista sudtirolese.
Günther, con il più noto fratello Reinhold, in quell’epoca già molto noto per le sue brillanti scalate sulle Alpi ma digiuno di Himalaya, venne invitato a far parte di una importante spedizione diretta da Karl Maria Herrligkoffer. Sperimentato organizzatore di ascensioni sulle grandi catene asiatiche, Herrligkoffer era un esponente della vecchia guardia dell’himalaysmo e non rifuggiva da metodi di comando decisamente autoritari e da uno stile militaresco, poco adatto a interagire con le idee e il comportamento della nuova generazione di scalatori che aveva ormai preso in mano le redini dell’alpinismo. Quasi sempre in testa alle cordate impegnate sulla montagna, i fratelli Messner, con l’aiuto dei compagni, tracciarono una bellissima via sull’ancora inviolato (e gigantesco) versante Rupal e negli ultimi giorni di giugno arrivarono sulla vetta del Nanga Parbat.
Una serie di circostanze li indusse a scendere lungo una via sconosciuta, sul versante opposto, quello del Diamir, realizzando tra l’altro la prima traversata di un 8000. La decisione si collocava in un contesto in cui, tra le altre cose, giocavano la stanchezza e alcuni equivoci nelle comunicazioni con il campo base e con altri alpinisti impegnati sulla parete.
La discesa si trasformò presto in un’impresa al limite delle forze. Il pericolo era in agguato in ogni momento. Günther, rimasto indietro rispetto a Reinhold, venne travolto da una valanga. Il fratello cercò disperatamente di soccorrerlo, ma non riuscì a individuare il punto esatto dell’incidente. Reinhold, allo stremo delle forze e ormai dato per disperso, alla fine verrà soccorso da alcuni pastori locali.
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