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6 Dicembre 2016

Divenire

Anche la notte di questo lunedì sta terminando confondendosi nel buio con il prossimo giorno, appena nato e così timido e diffidente.

Anche oggi ho scoperto qualcosa nonostante la stanchezza, anche questa volta sto per crollare dal sonno, stremato, dopo aver lavorato fino a queste nere 2.
Eppure, prima ch’io perda i sensi, voglio scorrere colori dietro alle mie palpebre chiuse, in quel luogo in cui la luce brilla dove non può esservi che buio.

Penso…

…Al volto di un cugino che, di fronte al suo più grande dolore, ti parla come un cugino… la cosa più bella e semplice, ma anche la più difficile.

Agli occhi di una donna soccorsa che si trasformano in puro bene, non perché abbia fatto chissà che gesto, ma perché tutti gli altri hanno mancato di umanità, noncuranti.

Il ricordo della birra domenicale dopo una scalata… che non ho mai potuto avere, convinto di chiedere l’universo.

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Penso…

Ricordo la cascata che grida la propria natura nel posto più brutto del globo; quel cantico magico e soave è il suo diritto ad appartenere al mondo della meraviglia; quello status le permette di essere in un luogo ma anche da ogni altra parte. E’ il diritto di libertà assoluta che urla mentre appena nata sparisce per sempre. La sua esistenza è durata quattro metri.

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Rimembro il cielo che, come un antico padre sbocciato ogni mattina, sempre nuovo e sempre lo stesso, domanda: “ti ricordi di me?”

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Una settimana fa zoppicavo, per terra o in parete… i pensieri si offuscavano e la mente doveva forzarsi a credere. Ieri ho “solo” arrancato scalando un 7equalchecosa… La prossima volta vi passeggerò e quella dopo correrò sullo stesso grado. E così sarà per il miei sogni, che prima o poi sopravvanzerò, aspettandoli nel mondo delle cose avvenute.

Sarò il sabato del villaggio dei miei ricordi, che poco prima chiamavo speranze, confondendo i sogni con il presente, coincidenti e scintillanti, fatti di fango, sangue e nuvole.

Christian Roccati
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3 Responses to Divenire

  1. fabiopanicco ha detto:

    caro christian, buongiorno
    mi permetto di scrivere due righe inutili e fuori tema. va da sé che quanto sto per scrivere possa, o debba, essere ignorato, o non pubblicato. letto una volta dal destinatario, però, sì
    viviamo in un mondo di pochi contenuti e di molta immagine. i contenuti che meritano a volte passano inosservati, non raccolti. mentre le immagini che non sono all’altezza vengono comunque, anche se magari solo brevemente, notate. e quindi giudicate. e questo avviene prima di affrontare i contenuti, pregiudicando il giudizio su questi ultimi (perdonami il pasticcio di parole).
    dunque, suggerirei quanto segue:
    da un lato giova, ma non è obbligatorio, pubblicare fotografie
    dall’altro invece è controproducente, a mio avviso, pubblicare immagini che fanno cagare
    quindi, se non si fosse in possesso di buone immagini, eviterei di pubblicarle
    grazie
    a presto
    fabio

    • Christian Roccati ha detto:

      Buongiorno Fabio, a parte il “modo” in cui è espresso il commento capisco il senso. Credo che non siano necessarie immagini magnifiche in un blog in cui si vuole avvicinare il lettore alla propria realtà, ma piuttosto fotografie vere, semplici. Riprendendo da un vecchio spot anni ’80 “potevamo stupirvi con effetti speciali”. Il blog che seguo si chiama “Un angolo di paradiso per ognuno di noi” e parla di questo… delle cose più semplici, che siano estreme, che siano piccole e normali. Certo, sarebbe più facile veicolare parole e dare intensità con fotografie mozzafiato (ho un archivio di 35.000 scatti, per via del mio lavoro), ma non è questo il senso del blog. Ragionerò in ogni caso sul tuo spunto per il quale ti ringrazio: probabilmente non ho veicolato nel modo più aderente il messaggio. buonagiornata.

    • Staff ha detto:

      Buongiorno Fabio, a parte il “modo” in cui è espresso il commento, ne capisco il senso. Credo che non siano necessarie immagini magnifiche in un blog in cui si vuole avvicinare il lettore alla propria realtà, ma piuttosto fotografie vere, semplici, che rappresentino davvero il concetto espresso perché esso possa esser veicolato. Riprendendo da un vecchio spot anni ’80 “potevamo stupirvi con effetti speciali”, ma…
      Il blog che seguo si chiama “Un angolo di paradiso per ognuno di noi” e parla di questo… delle cose più semplici, che siano estreme, che siano piccole e normali.
      Certo, sarebbe più facile trasportare parole e dare intensità con fotografie mozzafiato (ho un archivio di 35.000 scatti, per via del mio lavoro), ma non è questo il senso del blog. Inserisco le immagini che esprimono davvero un contesto: quando è necessaria la meraviglia, vedrai fotografie spettacolari, quando invece devo rappresentare il disturbo di una cascata cittadina underground, la tranquilla naturalezza di una merenda post scalata tra amici, un cielo mattutino “rubato” andando al lavoro, userò scatti proporzionali a queste sensazioni.
      Ragionerò in ogni caso sul tuo spunto per il quale ti ringrazio: cercherò di capire se ho veicolato nel modo più aderente il messaggio.
      Buona giornata.

      (Christian)

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