Un continuo viaggiare e camminare un passo dopo l’altro, ancora e ancora alla ricerca di un’evoluzione, un’elevazione, con la mente che non si sposta e tutto il resto che sfugge via.
Prima donare il sangue e poi correre a Padova da Genova, dalla parte opposta delle Alpi. Conferenza e ritorno… nella notte, fra i pensieri. Una doccia, due ore di sonno e di nuovo in battaglia.
Lavoro, lavoro, lavoro… e ancora lavoro, cento ore la settimana, tutte le settimane, da anni e anni.
…Con il buon intervallo dell’allenamento: giusto per “riposare” un po’…
E via a Bolzano, lavoro, lavoro e ritorno…
La strada scorre il mondo all’indietro e la sensazione di andare, quando si è sempre immobili al tempo del viaggio.
Tra amici fraterni e fraterni amici, senza dimenticare mai il proprio sentiero invisibile, sempre lì davanti, sempre presente.
Danzare sulle rocce e sulla vita… e ripartire…
Da Genova a Roma e ancora poco oltre… Altro incontro, altri dialoghi, nuovi spunti, sei ore di spunti… E ritorno indietro da Roma a Genova, di nuovo immobile in una macchina che vola verso casa, sempre in giornata, sempre con l’unica benzina del crederci sempre e comunque.
Nera è la notte… e l’asfalto ancora vola via. Anche questa volta saranno due o tre ore di sonno, una doccia e poi di nuovo in battaglia. Sei ore al volante e il cervello che gira più della ruota sotto le stelle. Penso, sorrido, penso, ricordo, canto, penso, ascolto, penso, scendo in profondità.
Mi chiedo come io possa accettare di esser confinato in questa prigione di carne?
Una mente in un corpo destinato a morire per sempre, a non esser mai più.
Come posso sparire e basta?
In vero… e se non esistesse altro che la carne?
Che io stesso sia la prigione? Io la biocella che contiene un concetto… la mente, illusione che abbiamo inventato per unire corpo e idea di spirito, illusioine con cui definiamo la nostra esistenza, per differenziarci dalla materia.
Solo una prigione? Contenitore di paure che la carne alimenta verso se stessa?
Cogito ergo sum, diceva quel tale.
Basta questo per esistere? Cogito ergo sum?
Christian Roccati
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