MENU

28 Novembre 2017

Alpinismo e Spedizioni · Vertical

Intervista a Hervé Barmasse: “Ai record e ai primati preferisco le emozioni e il rispetto”

Hervé Barmasse. Foto: Smit2017/Herbert Lorenzoni

Massimo Dorigoni ha intervistato l’alpinista valdostano, protagonista dell’ultima serata di “Mese Montagna”

Palestra del polo scolastico di Vezzano di Trento riempita all’inverosimile quella di venerdì scorso per l’ultima serata della rassegna MeseMontagna che ha avuto come ospite il forte alpinista valdostano Hervé Barmasse. E’ lui che ha condotto il pubblico nel suo mondo fatto di sacrifici, sogni, speranze. La nascita ai piedi del Cervino come se l’alpinismo fosse già nel suo destino, l’infanzia e l’adolescenza dedicate con grande passione allo sci e da cui ha dovuto allontanarsi causa un grave infortunio. L’analisi del rapporto con il padre e il ritorno alle radici che lo hanno reso forte e consapevole dei propri mezzi. La scelta di diventare guida alpina e di seguire quindi la strada del padre stesso, del nonno e del bisnonno.

Le successive gioie sulle vette di casa e del mondo alternate a gravi infortuni con il seguente recupero partendo dalle corsie d’ospedale. Ogni volta una rinascita, una risalita sia fisica che mentale che lo hanno messo a dura prova. Il numeroso e attento pubblico ha seguito ogni sua parola ed ogni suo gesto in religioso silenzio che è esploso a fine serata in un grande e appassionato applauso. Una serata corredata da diapositive e filmati, in cui le immagini degli esami diagnostici si sono alternate a magnifici panorami montani. Barmasse ha infine cercato di analizzare la parola felicità.

Il tuo nuovo libro “La montagna dentro” offre degli ottimi spunti per una riflessione sugli aspetti della vita, in generale. E’ di questo che la gente ha bisogno? Di qualcuno che indichi la strada della semplicità visto il mondo tanto complicato?
Quando ho scritto il libro non volevo leggere un libro che avevo già letto di un alpinista. Ora sono passati i tempi di raccontare che è stato duro, che è stato difficile, che è stato incredibile e sono stato il migliore. Forse andava bene in passato. Io ai record e ai primati preferisco le emozioni. Forse è più bello concentrarsi su quello che ti lascia la montagna, così per il professionista che per l’amatore. L’alpinista diventa così uno scenario per raccontare l’uomo ed è chiaro che alla fine il mondo è fatto di inutile, nel libro infatti viene riportata una citazione di Abbè Gorret che durante i tentativi alla scalata del Cervino afferma :”in futuro ci saranno generazioni di figli pieni del troppo vuoto”. Purtroppo aveva ragione. Le cose semplici son quelle che capiscono tutti, che funzionano e arrivano alla gente perché in fondo abbiamo tutti bisogno di semplicità».

Vezzano: Hervé Barmasse ospite di Mese Montagna 2017. Foto: Smit2017/Herbert Lorenzoni

E’ un libro che non può mancare nella libreria di ogni alpinista. E’ una frase fatta o qualcosa di vero?
Non sta a me dirlo. Io volevo spiegare cosa volevo scrivere in quel libro. Se ci sono riuscito, lo ripeto, non sta a me dirlo, ma a altre persone.

Sei stato forse uno dei pochi a portare i veri valori dell’alpinismo ad alto livello. Pensi sia utile il tuo messaggio per le nuove generazioni di alpinisti?
Adesso l’alpinismo sta vivendo un momento di crisi. In realtà l’alpinismo ha sempre seguito a distanza di anni alcuni eventi della nostra società. Le rivoluzioni, ad esempio quella di fine anni sessanta ha corrisposto dopo alcuni anni ai “nuovi mattini”. C’è questo atto di ribellione delle regole di questo alpinismo che prevedeva sempre lo scarpone pesante, l’arrivo in vetta ad ogni costo. Proprio lì sono nati i primi sassisti italiani, i primi boulderisti, si è iniziato a guardare alla parete anche di venti metri, con la semplice idea di divertirsi in uno spazio più ridotto. La nostra società sta vivendo una crisi sia economica che politica dove non abbiamo più riferimenti importanti. L’alpinismo li ha completamente persi tanto è vero che oggi si parla di un “nuovo alpinismo”, anzi, di un alpinismo moderno, ma l’alpinismo ha un suo significato: esplorazione, ricerca del limite, ricerca del nuovo e rispetto della montagna. E’ una cosa molto semplice, questo lo era un tempo e lo sarà sempre.

La voglia di rinascita dopo il grave incidente, una rinascita sportiva e umana. Ti senti un esempio per altre persone che hanno avuto la tua stessa sfortuna? Senti di aver lanciato un messaggio forte di rinascita?
Io dico sempre che la vita offre tante occasioni, o meglio, nella vita ci sono persone che hanno possibilità di scegliere, ed è un bellissimo dono che la vita ti fa e non tutti lo possono avere. La maggior parte di noi in realtà ha questa occasione. Quando tu hai la possibilità di scegliere la vita ti offre delle occasioni, sta poi a te cercare di capire quella che più ti può piacere, quella a cui puoi dedicare amore, passione, sacrifici, fatica, anche perché quella stessa fatica e quei sacrifici ti vengono poi ridati in cambio con gioia, felicità e serenità. Le scelte ci sono, devi solo provare a scegliere, anche se scegliere è difficile e non tutti ne sono capaci in quanto comporta comunque uno stress.

Hervé Barmasse a Vezzano, ospite di “Mese Montagna 2017”. Foto: Smit2017/Herbert Lorenzoni



Vogliamo dare uno sguardo al futuro?
Io in questo momento, imparando anche dagli errori, penso che si debba fare un alpinismo di esempio, di cultura, di rispetto. Rispetto degli altri individui e rispetto per la montagna. Trovo assurdo oggi che si parli sempre di montagna, di alpinismo soprattutto in Himalaya, quasi ancora di questi assalti, di conquiste, di questo alpinismo di pista, di corde fisse, di ossigeno. In realtà l’uomo deve imparare ad accettare i propri limiti e se non è in grado di salire con le proprie forze e con le proprie capacità non deve salire. Soprattutto non si deve lasciare sporca la montagna. Questo in futuro sarà l’alpinista più bravo, il migliore alpinista del futuro. La cosa bella e interessante è che questo non lo deve fare l’alpinista professionista, la può fare ognuno di noi, dall’amatore al principiante. Una semplice regola, il rispetto.

Intervista di Massimo Dorigoni/Mountainblog