MENU

15 Febbraio 2018

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Cultura · Alpi Occidentali · Aree Montane · Italia · Piemonte

All’asta i cimeli della spedizione italiana che conquistò K2 nel 1954. Guarda il video

I componenti della spedizione italiana sul K2 nel 1954. Al centro, Ardito Desio. Il secondo da sinistra, in piedi è Ugo Angelino

All’asta Bolaffi i cimeli della spedizione al K2 di proprietà di Ugo Angelino

Il 28 febbraio si apre la prima asta italiana online dedicata alla montagna.

Sul catalogo Bolaffi, una selezione di straordinari cimeli della spedizione italiana che conquistò il K2 nel 1954, proveniente dall’archivio personale di Ugo Angelino e messi a disposizione dal figlio Stefano.

Tra gli oggetti principali: la giacca in piumino azzurra con il nome di Angelino cucito internamente, gli scarponi in pelle, la piccozza in legno e ferro, due pellicole che documentano la spedizione italiana e il proiettore funzionante, chiodi e ramponi.

E ancora la cartolina del K2 firmata di Lino Lacedelli, Walter Bonatti ed Ettore Compagnoni, l’album con i francobolli commemorativi, gli sticker usati per la logistica della spedizione

Ugo Angelino, scomparso a dicembre 2016, quell’impresa la ricordava nei dettagli anche a 93 anni.

Il ricavato dell’asta contribuirà al finanziamento di un’iniziativa di ampio respiro, per ricordare l’alpinista.

Approfondimento

La storica impresa del 1954

La spedizione alpinistica italiana al K2 del 1954 è stata patrocinata dal Club Alpino Italiano, dal Consiglio Nazionale delle Ricerche, dall’Istituto Geografico Militare e dallo Stato italiano, e guidata da Ardito Desio. La spedizione portò il 31 luglio 1954, per la prima volta nella storia, al raggiungimento della vetta del K2, la seconda montagna più alta del mondo.

La via seguita fu lo Sperone degli Abruzzi e i due alpinisti che raggiunsero la vetta furono Achille Compagnoni e Lino Lacedelli, con il supporto dell’intero gruppo. Un contributo fondamentale fu fornito da Walter Bonatti e Amir Mahdi che, con un’impresa senza precedenti e affrontando il rischio della morte in un forzato bivacco notturno a oltre 8100 metri, trasportarono a Compagnoni e a Lacedelli le bombole d’ossigeno rivelatesi poi essenziali al compimento della missione.