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8 Marzo 2018

Il trapper e la lince, un duello millenario

Snook non ama parlare molto. Si fa gli affari suoi, si mantiene spalando neve con la ruspa sulla piccola pista di atterraggio di Fort Yukon, vendendo pelli e pellicce di animali che cattura, mangia principalmente quello che caccia e che pesca. Del resto nell’unico AC (mini market) di Fort Yukon puoi spendere anche 40 dollari per un paio di bistecche congelate chissà quando e chissà dove. Meglio mangiare cibo di cui sai la provenienza.

Snook non è un cacciatore della domenica che spara agli uccelli per divertirsi e non mette trappole per uccidere animali da imbalsamare. Nei suoi geni ci sono abilità che gli permettono di seguire le tracce di una lince nella neve e di trovarla senza farsi sentire, di avvicinarsi in canoa a un grosso alce facendosi trasportare dalla corrente, di capire quando il ghiaccio del Porcupine è abbastanza spesso da passarci sopra con la slitta carica.

Ha imparato ad ascoltare i corvi quando era bambino. Si i corvi, sempre loro. Perché nella speranza di avere la percentuale sul bottino hanno imparato a indicare la presenza della preda al cacciatore attento. Volano basso, lo chiamano, poi volteggiano sulla preda, tornano da lui e aspettano che faccia il suo lavoro. Del resto sono gli unici uccelli a non abbandonare il wilderness neanche d’inverno e nella mitologia Koyukon (una tribù che vive nei territori a ovest di Fort Yukon) sono considerati i figli di “The Raven” (appunto), il dio che tutto ha creato e tutto comanda.

Una volta nel 2014 durante un acquazzone sul Porcupine vidi Snook accendere un fuoco in pochi secondi, usando un solo fiammifero. E io che avevo sprecato tutta la mia “diavolina” in una settimana per dar fuoco alla legna umida nella foresta! Con un mazzetto di rami di “spruce” staccati dalla parte bassa del tronco dell’albero e un solo fiammifero, Snook può avviare una fiamma anche a – 50 C°.

 

Lui è uno dei pochi trapper rimasti che commerciano pellicce. Nei primi anni del 900′ in Alaska era esploso il “fur trade”. Un fenomeno che aveva raggiunto in pochi anni una portata molto pericolosa per la fauna locale poiché, come tutti gli affari gestiti dai bianchi, non mirava a soddisfare solo le esigenze della comunità nativa, ma ad aumentare esponenzialmente il profitto con l’export verso Svezia, Russia, Giappone, Usa, la cui richiesta di pellicce sembrava non avere fine. L’Alaska ha un gran numero di animali, ma non bastano per sfamare o tenere al caldo mezzo mondo.

Fortunatamente poi il mercato è crollato, molti trapper occasionali sono andati via con le tasche piene e hanno cambiato occupazione. Sono rimasti per lo più i nativi, nuovamente al controllo del territorio.

In questo video vedrete la routine di Snook, la sua casa e il suo duello con la lince, animale discreto e silenzioso che ha nel sangue millenni di sopravvivenza alle trappole dell’uomo e della natura stessa.