Mingma Sherpa, titolare della nepalese Seven Summit Treks, ha rilasciato un’intervista a Stefan Nestler per difendere l’operato della sua agenzia. Ve la proponiamo…
Da un lato, ci sono coloro che accusano l’agenzia alpinistica nepalese di attrarre clienti con prezzi bassi a discapito della sicurezza. Dall’altra parte, ci sono molti alpinisti che, nonostante tutte le voci critiche, si affidano a Seven Summits Treks. Quasi sempre, l’agenzia di Mingma Sherpa, lavora con i team delle spedizioni più importanti. “Ho molto successo perché i miei clienti credono in me”, dice a Stefan Nestler di dw.com, il capo dell’agenzia di Kathmandu.
Nel 2011, Mingma è stato il primo nepalese a completare tutti i 14 Ottomila. “Volevo dimostrare che noi sherpa non siamo solo buoni portatori o guide di montagna, ma anche veri alpinisti”. Nel 2013, il fratello minore Chhang Dawa Sherpa ha seguito l’esempio di Mingma. Finora, sono gli unici fratelli a mondo ad aver scalato tutti e 14 gli Ottomila. Anche Chhang Dawa lavora nell’agenzia Seven Summit Treks come direttore delle spedizioni.
“Possibilità di scalare l’Everest per tutti”
Mingma si difende dall’accusa di offrire spedizioni economiche a discapito della sicurezza. “Non sogno di fare grandi affari”, afferma il 39enne. “Offro prezzi più bassi perché voglio dare a molte più persone, anche a quelle che non possono permetterselo economicamente, la possibilità di scalare l’Everest. Quando ho affrontato gli ottomila, avevo pochi soldi anch’io.”
Lo sherpa dice di non abbassare i prezzi a discapito della sicurezza. “Se qualcuno perde la vita, è a causa delle condizioni proibitive della montagna o per le precarie condizioni fisiche. Non perchè hanno pagato 20.000 o 100.000 dollari. “
“Più personale, più sicurezza”
Anche le dimensioni dei suoi team sono un elemento importante per garantire la sicurezza delle spedizioni alpinistiche, spiega Mingma. “Se ho solo tre membri e tre sherpa sulla montagna, posso fare a malapena un’operazione di soccorso in caso di emergenza”, dice il capo di Seven Summits Treks. “Ma ho 100 clienti e 100 sherpa sul posto. Se succede qualcosa, ho abbastanza uomini per salvare gli alpinisti. I miei clienti sono sicuri come quelli che hanno speso 100.000 dollari “
“Non tutti sono Moro o Steck”
Nel frattempo, la sua agenzia offre anche l’Everest Expedition per 130.000 dollari. “C’è gente che non ha problema di soldi”, dice Mingma. “Loro hanno i soldi, noi abbiamo il servizio…. “. Quest’anno, uno o due clienti hanno prenotato questa spedizione, versione lusso, promossa sul loro sito web. Mingma non vede nulla di riprovevole in questo. “Abbiamo abbastanza tempo per controllarli, mentre andiamo dal Campo 1 al Campo 4. Poi riusciamo a capire chi può andare in vetta e chi no. Se le persone sono in cattive condizioni fisiche, consigliamo loro di tornare indietro e provare la volta successiva.”
“Non tutti i clienti delle spedizioni commerciali sono alpinisti come Simone Moro o Ueli Steck”, risponde Mingma. “Non hanno bisogno di aver scalato un settemila; due o tre vette da 6.000 metri sono un’esperienza sufficiente per scalare l’Everest. Abbiamo un sacco di tempo per insegnare loro, fino al Campo 4”.
Coda sull’Everest? 1000 o più contemporaneamente? Nessun problema
Il capo di Seven Summit Treks non è favorevole comunque a regolamentare le salite sulla montagna più alta del mondo. “Tutti vogliono andare all’Everest”, dice Mingma. “Se hanno abbastanza energie, possono farlo. Penso che sia meglio che non ci sia una regolamentazione. Viviamo nel 21° secolo, le persone sanno quello che fanno... Non crea alcun problema se centinaia di alpinisti sono sulla via per l’Everest contemporaneamente – continua Mingma Sherpa – Siamo in grado di gestire un numero illimitato di scalatori sulla montagna. Se ce ne sono più di 1.000, forniamo solo percorsi diversi con corde fisse. Quindi non è un problema per loro salire allo stesso tempo.”