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14 Maggio 2018

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Shisha Pangma. Nessuna traccia di Boyan Petrov

Boyan Petrov. Foto:arch. B.Petrov/facebook

La moglie dell’alpinista ha deciso di impegnare i soccorsi solo nelle aree più basse della montagna, dove c’è una possibilità di trovarlo vivo

Si cerca ancora nelle zone più basse della montagna, ma né l’elicottero né i soccorritori hanno trovato tracce del bulgaro Boyan Petrov, scomparso sullo Shisha Pangma.

Sono ormai poche le possibilità di ritrovarlo vivo, dopo undici giorni dalla sua scomparsa. Questo fine settimana, un elicottero ha sorvolato due volte la zona dove poteva essere  l’alpinista, registrando video e  immagini poi analizzate al campo base, ma purtroppo non hanno rivelato nulla che potesse risultare di aiuto alla ricerca. Secondo quanto pubblicato da  Alan Arnette nel suo blog, una squadra ha nuovamente raggiunto il C2 e  il C3, dove è stata trovata la tenda dell’alpinista, utilizzata durante la sua salita e una dose di insulina (Petrov è diabetico), ma non sono emersi nuovi elementi che aiutassero a localizzarlo.

L’ultima volta che Petrov è stato avvistato si trovava al C3 (7.350 m), il 3 maggio; da allora non si hanno più sue notizie. Si pensa che abbia continuato il suo attacco alla cima, in solitaria e senza ossigeno.

La moglie di Boyan, Radoslava Nenova,  ieri ha rilasciato una dichiarazione, dopo aver deciso di non proseguire le ricerche in alta quota: “Non ha senso che altre vite siano messe a rischio”.

“Ieri – ha detto la Nenova –  in una difficile conversazione ho preso la dura decisione di non salire in cima oggi. Sopra il Campo 3 non lo troveremo vivo. Vorrei poter mantenere la speranza – ma per me, la vita e la sopravvivenza di tutti i soccorritori è molto importante. Non ha senso che siano messe a rischio altre vite. Quindi preferisco impegnare le squadre di soccorso nelle aree in cui c’è una possibilità di trovare vivo Boyan. Se per Boyan la battaglia è finita, lo si lasci riposare in montagna. Qualunque cosa accada alla fine della giornata, sono grata per tutti gli sforzi. E’ la vita degli sherpa, so che quando scenderanno, correranno un altro rischio, su un altro versante, per un’altra salita …, ma personalmente, non voglio rischiare. Tutte le decisioni di ricerca, d’ora in poi sono loro.”

Il messaggio prosegue: “A causa del grande flusso di informazioni e feedback, ho deciso di scrivere una cronologia molto dettagliata degli eventi, burocrazia e i costi [di salvataggio]. Non ho ancora deciso se farlo attraverso un post o un libro. Una cosa è certa, è una storia che merita di essere ricordata. Per Boyan!”