Interviste di Andrea Bianchi
Riprese e montaggi: Andrea Monticelli
Tra i grandi ospiti del 66° Trento Film Festival, anche il fuoriclasse russo-naturalizzato polacco Denis Urubko.
Membro della controversa spedizione invernale polacca al K2 2017/2018 guidata da Krzysztof Wielicki, è stato protagonista, a fine gennaio, del salvataggio della francese Elisabeth Revol sul Nanga Parbat. Urubko e il polacco Adam Bielecki, dopo un’impressionante salita sulla durissima via Kinshofer, effettuata in tempi record, a -40 gradi e di notte, ritrovarono l’alpinista francese a oltre 6000 metri di quota. Purtroppo nulla fu possibile per il compagno di cordata della Revol, Tomek Mackiewicz, che perse la vita sulla montagna.
Nell’intervista, suddivisa in tre video-contributi, Urubko parla con Andrea Bianchi di questi due eventi e anticipa i suoi prossimi progetti in Caucaso e in Patagonia, con la moglie Maria, forte arrampicatrice e alpinista.
Denis Urubko, in breve
Urubko, classe 1973, è oggi uno dei più grandi interpreti dell’alpinismo mondiale. Di origini russe, si trasferisce in Kazakhistan all’età di 20 anni, dove si arruola nel gruppo sportivo militare e lì si dedica a tempo pieno all’alpinismo. Nel 1999 conosce il bergamasco Simone Moro. Con lui approda alle Alpi e successivamente muove i primi passi in Himalaya e Karakorum, teatro delle sue più importanti imprese in puro stile alpino, prime assolute, prime invernali, in solitaria e in velocità.
Nel 2009 Urubko diventa il quindicesimo uomo a salire tutti i quattordici Ottomila e l’ottavo a scalarli senza ossigeno supplementare. Al suo attivo la prima salita invernale di altri due due Ottomila, il Makalu e il Gasherbrum II, in entrambi i casi in cordata con Moro. Lo specialista dell’alta quota e dei colossi himalayani, ha anche aperto tre nuove vie su tre diversi Ottomila (Cho Oyu, Manaslu, Broad Peak).
Simonetta Quirtano