Aveva appena compiuto 61 anni
Destino bizzarro per l’alpinista americana Charlotte Fox, 61 anni compiuti il 10 maggio, è morta in seguito ad una caduta dalla scala, nella sua casa di Telluride, in Colorado.
Fox era sopravvissuta alla tragedia del 1996 sull’Everest. Lei e altri alpinisti (clienti di una spedizione commerciale) rimasero bloccati in quota, sul “tetto del mondo”, a causa di una bufera che li sorprese durante la discesa dalla vetta. Morirono otto persone, tra cui la guida Scott Fischer. Charlotte e altri alpinisti furono salvati nella notte dall’intervento di un’altra guida dell’agenzia, Anatolj Boukreev.
In questa tragica circostanza, le lenti a contatto le si congelarono sugli occhi. Accusò, inoltre, principi di congelamento ai piedi, ma non subì amputazioni.
A questo fatto, seguirono molte polemiche nel mondo dell’alpinismo: sotto accusa le spedizioni commerciali e le loro guide, portate a soddisfare i clienti paganti, a scapito della loro sicurezza. La tragedia fu raccontata anche in un film, Everest.
Charlotte Fox è stata la prima donna americana a scalare tre cime di 8000 metri (Everest, Cho Oyu e Gasherbrum II) e la prima donna americana a raggiungere la vetta del Gasherbrum II in Pakistan. Ha scalato montagne in tutto il mondo.
“Era molto motivata e determinata come alpinista, ma era anche molto affettuosa, generosa e premurosa con i suoi amici”, ha riferito Kim Reynolds, amica di Fox, al Telluride Daily Planet.