Sono appena tornato da una conferenza, nella quale ho presentato la mia esplorazione di febbraio 2018 in Oman e i viaggi che faremo da qui al 2020.
Momenti unici nel Rub Al Khali, il quarto vuoto, l’erg o deserto di dune più grande al mondo, tra campi di geodi di formazione sedimentaria e montagne di sabbia che cantano. Già perché le dune …cantano, quando nel silenzio assoluto vi si cammina sopra, smuovendo miliardi di miliardi di granelli di sabbia che cadendo producono quel suono che richiama al cantico delle sirene.
Ripenso al bagno tra le onde di notte, quando il mare diventa giorno grazie al plancton luminescente, ricordo la bosfelia, l’albero sacro ad Allah che produce il vero incenso e le grandi montagne, e ascolto l’oceano e le sue tartarughe. Ho appena montato un ultimo video al riguardo, ne parlerò su queste pagine nei prossimi giorni.
Eppure il ricordo più vicino è l’Elbrus in Russia e il suo freddo versante nord. Al riguardo sto organizzando una giornata a Finale da passare insieme camminando, mangiando e bevendo ben bene, e poi studiando tutti insieme con l’eXtreme Team Kailas, i prossimi progetti, le sfide per i prossimi 18 mesi in giro per il mondo. La mia squadra, il mio team, che ho voglia di elevare fino al cielo.
Quante parole per esprimere concetti semplici? Voglia di esplorare e vivere avventure tutti insieme, voglia di insegnare ai sognatori come realizzare i loro sogni e viverli insieme.
Per far questo oltre alla mia creatività devo coltivare la forma fisica. Ho appena finito la preparazione preatletica e sto per ricominciare con il carico invernale. Questa settimana ho passato due ore dal fisioterapista per fare un check up e combattere le infiammazioni prima dei massacranti nuovi allenamenti.
Mi ha detto che la botta che avevo preso in Elbrus sfondando un ponte di neve era probabilmente una parziale frattura della tibia che ora presenta un callo osseo di un buon centimetro; la mia clavicola …non è storta ma forse anch’essa è stata fratturata o fortemente incrinata ed è rimasta parzialmente in asse. Il tendine d’Achille …anch’esso, probabilmente era molto sfilacciato e ora ho una mega borsite e forse altro, vedremo.
Il “doc” mi ha chiesto come fosse possibile non sentire un male da piegarsi e piangere immobile…
Non sono uno di quei duri da film, quelli che “non devono chiedere mai”; sono molto sensibile, mi emoziono per niente, sono molto dolce. Eppure in queste cose sono addestrato, per fortuna e purtroppo, dai tanti anni di agonismo e lavoro estremi. Non bado al dolore, lo registro come un fastidio che non deve impedire i miei desideri. Magari ho sentito male e a lungo, ma non l’ho classificato come tale e ora non lo ricordo e ne pago lo scotto…
Quale che sia la verità, guarirò in breve del tutto e continuerò ad allenarmi variando i gruppi muscolari. L’avventura chiama e io devo rispondere, non posso fare a meno di sognare e continuare a vivere, senza mai limitarmi a sopravvivere.
Sono vivo. Ho voglia di vivere. Amo Vivere.
Christian Roccati
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