E’ il suo terzo tentativo nella Valle della Morte
Ronald Banas si appresta ad attraversare in solitaria e senza assistenza la Death Valley, in California, cercando – contemporaneamente – di raccogliere fondi per una buona causa: una scuola, destinata a bambini senza tetto.
Il suo viaggio inizia oggi 14 dicembre. Il trekking di circa 145 miglia, porterà l’intrepido avventuriero dal punto più meridionale del Parco Nazionale americano al suo punto più a nord, attraversando alcune delle regioni più remote e desolate della Valle.
Banas dice di non essere un avventuriero o un esploratore estremo, ma “solo un padre e un piccolo imprenditore”. E continua: “c’è una distanza tra gli avventurieri dell’estremo e tutti noi. Voglio dimostrare che non devi essere eccezionale per affrontare esperienze difficili.” Così, ha deciso di partire per questo viaggio che dovrebbe durare circa otto giorni.
Si caricherà sulle spalle, l’attrezzatura, provviste e acqua. “Proprio come portare entrambi i miei figli … tutto il giorno!”, spiega. Il suo zaino peserà infatti 40 kg circa, anche se il carico si alleggerirà con il passare dei giorni.
Non è la prima volta che Roland tenta di attraversare a piedi la Death Valley. Dice di aver fallito tre volte, ma anche di aver imparato molto da queste precedenti spedizioni, ed è ottimista. Ad oggi, solo l’avventuriero belga Louis-Philippe Loncke è stato in grado di attraversare la Death Valley da solo e senza supporti, affrontando il percorso nella direzione opposta a quella di Roland Banas, da nord a sud.
Oltre alla sfida, un progetto di solidarietà
Come ulteriore motivazione per superare questa impresa significativa, Roland Banes, ha deciso di raccogliere fondi a sostegno di una scuola per bambini senza tetto, la Mustard Seed School di Sacramento, fondata nel 1989.
“Sto chiedendo alla mia famiglia e ai miei amici di aiutarmi a raccogliere fondi a sostegno della Mustard Seed School – spiega Banas – Quando il mio viaggio sarà completato, il denaro raccolto sarà interamente donato per aiutare i bimbi della scuola. Per me, è un’opportunità per trasmettere questo spirito di avventura a quei bambini che hanno avuto un inizio difficile nella vita. Sono un privilegiato e le mie sfide non sono nulla in confronto alle sfide che affrontano questi bambini quotidianamente. Spero di ricordare agli studenti di sognare e di concentrarsi sulle loro possibilità e di respingere l’idea che la loro situazione attuale sia definitiva.”. Per sostenere il progetto di solidarietà