Grandi alpinisti hanno perso la vita sui poderosi ghiacciai e sugli speroni di roccia del Nanga Parbat, il più temuto fra tutti gli Ottomila. Tra loro, Günther Messner, fratello del “re degli Ottomila”
Nel 1970 Reinhold Messner ha realizzato la traversata del Nanga Parbat. Eppure insieme al successo ha vissuto anche la disfatta più terribile: il fratello Günther è rimasto sepolto sotto una valanga. Da allora Reinhold Messner ha continuato a ritornare alla «montagna nuda». Fino a quando nel 1978 ha portato a termine l’impresa sicuramente più ardita di tutta la sua carriera: la solitaria alla vetta di questo Ottomila.
È solo sul Nanga Parbat che l’alpinista ha vissuto con la stessa intensità trionfo e tragedia. “Solitudine bianca” (Priuli&Verlucca), è un racconto sui temi della colpa e del destino, ma allo stesso tempo è la storia della montagna che ha fatto di Reinhold Messner ciò che egli è.
Solo nella primavera del 2004, grazie all’analisi del DNA, è stato dimostrato che Günther Messner ha effettivamente perso la vita alla base della parete Diamir, al termine della traversata compiuta da entrambi i fratelli.
Il libro che segna la vita del grande alpinista Reinhold Messner, da fine ottobre è inserito nella collana di alpinismo “I Licheni”.
L’Autore
Solitudine bianca
Autore: Reinhold Messner
Editore: Priuli e Verlucca - Scarmagno (TO) - 2018Pagine: 368
Prezzo di copertina: € 19.5