Viaggiare nel tempo o nello spazio?
Se lanci una pallina in aria, prima di ricadere al suolo, rimarrà ferma un istante, libera da energie. Accade anche a noi, nel turbine della vita. Succede dopo aver fatto l’amore, fondendoti con un’altra persona, in una nuova entità, o magari dopo aver scalato una parete su pochi millimetri, lontano dal suolo, dall’ultima protezione, da ogni cosa. Accade quando sei nel nulla pieno del tutto, in un deserto di roccia o ghiaccio, nel cuore di una foresta o nel ventre di una grotta. Accade, quando la tua mente si ferma per un attimo e vede.
Molti frammenti di vita ti oltrepassano e ti chiedi come possa essere successo così tanto, in così poco tempo.
In quel momento riesci a capire quanto tu abbia viaggiato, di decade in decade, come fanno gli alberi, anche solo per una volta simile a loro.
La maggior parte delle persone considerano le piante come esseri magnifici, ma quasi una categoria inferiore, che non si esprime o per lo meno non parla, che “forse” non prova dolore, che non ha interazione e soprattutto che non si può muovere.
Niente di più lontano dalla verità.
Filosofia? Per quanto essa sia nobile, no: realtà, una tra le possibili.
I vegetali si esprimono e hanno memoria, sono vivi… ma soprattutto si spostano. Come dimostrano alcuni fossili di abeti, nella relativa semplicità trovarono la loro massima forma evolutiva migliaia di anni or sono, potenzialmente immortali e adattati.
Un sistema di vita diverso, che forse non riusciamo a capire.
Siamo animali e ci spostiamo attraverso lo spazio. Organizziamo la nostra vita secondo le tre dimensioni che davvero siamo in grado di percepire. Ipotizziamo l’esistenza della quarta, il tempo. La rileviamo, la studiamo, ma non la comprendiamo: abbiamo bisogno di un counter da polso per poterla misurare e organizzare. Nessuna mente umana riesce a capire come il tempo vada sempre in una direzione e ci interroghiamo su un ipotetico anno zero, quando tutto ebbe inizio, quando il tempo cominciò a esistere. Non siamo in grado di rilevarne la proporzione percependo una velocità temporale quando ci divertiamo e completamente un’altra quando invece siamo a disagio.
Per provare a comprendere la dimensione del tempo, lo paragoniamo istintivamente e inconsapevolmente alla nostra vita. Quando siamo bambini 365 giorni sembrano infiniti, perché se per esempio esistiamo da cinque anni, uno di essi è un quinto del nostro cammino, nella nostra misura. Quando diventiamo ottuagenari, un anno corre come un lampo perché la nostra mente lo percepisce come un ottantesimo della nostra esistenza.
Non concepiamo la realtà dimensionale del mondo, ma soltanto un modello di esistenza che pensiamo sia la realtà, ricreandolo sotto forma di immagine nella mente, credendo che ciò che abbiamo nella “testa”, sia ciò che veramente abbiamo intorno …e perciò ci spostiamo nello spazio.
Gli alberi si spostano nel tempo, di epoca in epoca, mentre il mondo intero corre in avanti; esistono piante che erano già secolari nel XV secolo, mentre Colombo cercava l’India attraverso una Terra che si pensava piatta, e continueranno a spostarsi in avanti mentre noi resteremo immobili in questa epoca, bloccati, senza poterci muovere. Loro continueranno a viaggiare e percepiranno il loro spazio che muta, che noi chiamiamo tempo, e andranno ancora oltre, dove noi non possiamo nemmeno immaginare.
Christian Roccati
SITO – Follow me on FACEBOOK – Instagram