Profondamente introspettivo, ma anche arrogante, grandioso, estremista, questo libro ha diviso la letteratura di montagna americana, dissacrando convenzioni, racconti e situazioni
Dal Monte Bianco all’Himalaya, dal Canada al Pamir, l’alpinismo estremo è stata la risposta di Twight alla “stupidità e alla mediocrità” e, nello stesso tempo, perfino un modo per sfuggire al suicidio.
Cinismo, ossessioni, corse, sono accompagnati dai testi di canzoni punk che Twight ascolta durante le proprie scalate, in cui valanghe, morti di amici, soccorsi epici non sono mai ragioni di fuga.
Il libro è pubblicato in Italia da Versante Sud.
L’Autore
Mark Twight è stato uno dei principali alpinisti americani. È stato il primo a percorrere la Via dei cechi sul Pik Communism in solitaria e il più veloce a salire, sempre in solitaria, Slipstream una cascata ghiacciata alta 900 metri nelle Canadian Rockies. Ha compiuto la prima salita di Deprivation sul Mount Hunter in Alaska e ascensioni estremamente difficili nel gruppo del Monte Bianco oltre che una salita no-stop di sessanta ore sulla Diretta ceca al Mc Kinley. Ha lavorato come consulente e distributore per alcune importanti ditte del settore studiando la realizzazione di capi tecnici per il dipartimento della difesa degli Stati Uniti e come insegnante di arrampicata e tecniche di sopravvivenza per le forze speciali dell’esercito. È autore, con Jim Martin, dell’apprezzato manuale tecnico Alpinismo Estremo.
Confessioni di un Serial Climber
Autore: Mark Twight
Editore: Versante Sud - Milano - 2019Pagine: 272
Prezzo di copertina: € 19.9