MENU

2 Aprile 2019

Climbing · Vertical · Aree Montane · Europa · Isole

Neus Colom. Dalla salita di torri umane, all’8c di “Xulita”, passando per Naranjo

Neus Colom. Foto: Nathaniel Gustafson

La climber di Maiorca ha realizzato il suo primo 8c salendo “Xulita”, pochi giorni fa. Il suo percorso in verticale è iniziato arrampicando “torri umane” e  oggi comprende vie classiche, vie lunghe o psychoblob che scala con il suo partner Iker Pou

Neus Colom è diventata la prima climber delle Baleari a salire un 8c, superando “Xulita” nella Serra de Tramuntana, a Maiorca.

Il suo viaggio nel  verticale  ha avuto inizio a metà dell’ultimo decennio, quando Neus che non ha aveva ancora esperienza sulla roccia si arrampicava sulle spalle dei suoi colleghi Castellers per formare alte torri umane. Poi, lungo la  sua strada, ha incontrato Iker Pou, suo partner, con il quale ha scoperto un’ampia varietà di discipline su roccia che spaziano dallo psychobloc all”arrampicata su vie lunghe e classiche.

Ha persino condiviso con lui avventure in tutto il mondo: fessure a Indian Creek o la libera di Marejada Fuerza 6 (8a +, 500 m) nel Naranjo de Bulnes. La sua evoluzione è stata brillante negli ultimi anni: ha realizzato il suo primo 8b nel 2016, il suo primo 8b+ nel 2018 e questo 2019 le ha portato il suo primo 8c … dove si fermerà? Come dice lei stessa, “è incredibile constatare come siamo in grado di realizzare sogni che inizialmente abbiamo creduto  impossibili”.

Neus Colom e Iker Pou. Foto: selfie di N. Colom. Fonte: instagram

La rivista spagnola Desnivel ha esaminato con lei il suo percorso nel modo dell’arrampicata. Vi proponiamo l’intervista realizzata da Isaac Fernãndez:

Come ti senti dopo avere realizzato il tuo primo 8c?
Bene, sto ancora assimilando la cosa. Sono molto felice e motivata. Quando ho iniziato ad arrampicare, le pensavo fosse impossibile da fare. Ma è sorprendente vedere come negli anni si riescano a realizzare sogni che inizialmente abbiamo creduto  impossibili. Gli anni di arrampicata mi hanno insegnato ad avere un atteggiamento positivo, la motivazione e la fiducia in me stessa sono fondamentali per raggiungere gli obiettivi. Mi è piaciuto molto scalare questa via e, come molte altre, mi ha insegnato e mi ha motivato a superare nuove sfide.

Perché hai deciso di provare questa via? Cosa ti ha attratto di lei?
Iker aveva appena salito questa strada e l’aveva trovata bellissima, spettacolare. È stato lui a incoraggiarmi a provarla. E’ una via molto impegnativa a livello mentale, quindi, un’altra sfida per me. Ho trovato spettacolari quei 45 metri di arrampicata…

Neus Colom su Xulita (8c), Maiorca. Foto: Nathaniel Gustafson

Quanto tempo ci hai investito sopra, quanti tentativi hai fatto?
In realtà, non posso dire quanti siano stati, perché ho iniziato a provare “Xulita” lo scorso autunno, dedicandole uno giorno nel fine settimana. Poi, quando è arrivato l’inverno, ho smesso  perché faceva troppo freddo e la via era bagnata. Sono riuscita a salirla ora, dopo averci lavorato per due giorni in tre settimane

Qual è stato il momento più difficile per te?
Oltre ai 45 metri di arrampicata è un percorso che ha le sezioni più dure concentrate nella parte superiore. La cosa più difficile era riuscire a collegare i due duri blocchi… E poi, ho trovato molto complessa la traversata delle ultime tre lastre. Dopo i due duri blocchi  arriva un buona sosta, in cui devi saper controllare i nervi per affrontare l’ultima sezione finale che è molto tecnica; fino alla domenica precedente non ero stata in grado di collegare tutti i movimenti.

Com’ è stato il giorno della salita?
Il giorno prima avevo provato la via, quindi mi sentivo un po’ stanca e il mio obiettivo il giorno della salita era cercare di fare un po’ di più rispetto al giorno precedente. Ero molto tranquilla e concentrata, fino a quando  ho superato la sezione difficile – non me l’aspettavo – e mi sono fermata nell’ultima sosta. Ero stata in grado di collegare quella sezione solo due volte. Lassù, la sensazione dell’altezza  è superiore  ai 45 metri di Xulita. Mentre stavo arrampicando, ero concentrata su ogni movimento, ma quando mi sono fermata, tutti i pensieri e il nervosismo hanno cominciato a farsi sentire. Quando mi sono decisa a proseguire, l’ho fatto un po’ rigidamente  su tutta la traversata e sono quasi caduta… ho iniziato ad avere tremito nervoso alla gamba sinistra …Ho tirato fuori tutto per non cadere e arrivare alla fine. Non ci potevo credere! Era riuscita a completare la via! Ho quasi pianto dall’emozione e dalla tensione!

Parliamo un po’ di più del tuo percorso in generale, da quanto tempo arrampichi e come sono stati i tuoi inizi?
Prima scalavo  torri umane con un gruppo a Maiorca, i Castellers de Mallorca. All’età di 20 anni, con queste stesse persone ho scoperto il mondo dell’arrampicata e ho trascorso diversi anni a praticare i due sport. Ora posso dire di arrampicare da circa 13 anni. Originariamente sono partita con l’arrampicata sportiva, anche se durante quel periodo ho scoperto altri aspetti della montagna. Attualmente mi piace fare tutto: blocchi, psychobloc, arrampicata in parete, classiche … anche se ciò che pratico di più è l’arrampicata sportiva

Foto arch. Castellers de Mallorca

Qual è stata la tua evoluzione nell’arrampicata sportiva?
Non so  dire esattamente quale sia stata la mia evoluzione perché non mi sono mai appuntata le vie né sono consapevole dell’anno in cui le ho fatte. Quello che ricordo è che il primo 8b è stato nel 2016, perché ero appena arrivata da un viaggio a Indian Creek. In questi anni ho potuto salire alcuni 8b e l’ultimo, quello più significativo,  è quello realizzato l’anno scorso, “Paranoid” a Maiorca, il mio primo 8b+.

Neus Colom a Indian Creek. Foto: Jordi Canyi

Con Iker Pou fai coppia anche in arrampicata, in che modo influenza la tua attività di scalatrice?
Da circa 5 anni viaggio e arrampico più che mai. Il mio compagno è un fanatico! La verità è che mi motiva molto a provare nuove vie. E’ appassionato di montagna e di avventure, ed è stato con Iker che ho cominciato ad arrampicare su vie lunghe, classiche, e ho imparato ad aprire nuove vie… abbiamo la fortuna di condividere questa stessa passione,  mi  incoraggia molto e imparo molto da lui

Quali vie o avventure ricordi maggiormente?
Senza dubbio, la via Marejada Force 6, a Naranjo de Bulnes. Sono stati molti giorni di arrampicata in parete, giorni di tensione, con più di 12 ore di attività per molti giorni, senza mangiare e riposare bene … Lo ammetto, sono stati momenti complicati, la situazione è stata difficile da superare fisicamente e soprattutto mentalmente

E ora, quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
I miei prossimi obiettivi sono viaggiare, continuare a divertirmi e ad imparare tanto dall’arrampicata.

Eneko Pou, Neus Colom e Iker Pou, ai piedi del Naranjo de Bulnes. Arch. Colom/Pou