Intervista di Andrea Bianchi
Riprese e montaggio: Andrea Monticelli
Simone Salvagnin, atleta paralimpico della nazionale italiana di arrampicata sportiva, ha sempre praticato questo sport, fino a quando – all’età di tredici anni – ha iniziato a perdere la vista a causa di una malattia degenerativa, la retinite pigmentosa, che lo ha portato alla quasi totale cecità.
Simone non si è perso d’animo e, ventenne, ha ripreso ad arrampicare.“E’ stato molto complesso e psicologicamente devastante – spiega nell’intervista rilasciata ad Andrea Bianchi al 67° Trento Film Festival – A forza di stare in parete ho ritrovato un equilibrio e un modo rilassato di stare in questa nuova dimensione e ho scoperto un mondo nuovo…”
Anche Urko Carmona Barandiaran, atleta paralimpico della nazionale spagnola di arrampicata sportiva ha dovuto nuovamente apprendere ad arrampicare a seguito di un incidente stradale avvenuto nel 1997, in cui ha perso la gamba destra.
Dopo l’incidente, nella mente di Barandiaran continuavano ad esserci le rocce, così è tornato a scalare, ad allenarsi e a sacrificarsi per ciò che amava di più, fino a quando ha raggiunto risultati che credeva impossibili, come superare la barriera dell’8a, vincere titoli europei e mondiali. Da allora, si sono aperti per lui nuovi orizzonti e, da quel momento, il continuo miglioramento è stato il suo obiettivo principale. Il pluripremiato campione spagnolo nel 2014 ha ricevuto l’ambito riconoscimento “Arco Rock Legend”, l’oscar dell’arrampicata sportiva.
Per questi due campioni la parola “limite” non esiste: le barriere si superano!
Simonetta Quirtano