Intervista, riprese video e montaggio: Mirko Sotgiu
Al 67° Trento Film Festival, l’alpinista Hervé Barmasse è stato protagonista, insieme al navigatore oceanico Giovanni Soldini, della serata-evento “Amicizia estrema. Montagne e Oceani. Diversità e fratellanza”: a confronto due mondi diversi ma con percorsi molto comuni.
“Il mio rapporto con il mare c’è ma si limita a delle vacanze per scalare a bordo del mare, non c’è mai stata un’esperienza di barca a vela o una traversata oceanica… ma non è detto che in futuro non possa esserci, magari con l’aiuto di Giovanni”, rivela l’alpinista valdostano nell’intervista rilasciata a Mountainblog.
“Sicuramente montagna e mare sono due elementi che assomigliano soprattutto se vengono affrontati rispettandoli: la barca a vela è il modo di rispettare il mare l’oceano al posto di usare la barca a motore, chi va in montagna la rispetta chi non sporca e l’affronta in un certo modo e la lascia pulita”, continua Barmasse.
Barmasse ha anche condotto la serata-evento dedicata a Jerzy Kukuczka, omaggio del Filmfestival al grande scalatore polacco a 30 anni dalla sua scomparsa sul Lhotse.
“In montagna non c’è mai una situazione per cui valga la pena di morire – dice Barmasse – è chiaro che noi affrontiamo dei pericoli e soprattutto in certe salite spingiamo l’asticella del limite sempre un po’ più in alto. Un bravo alpinista è quello che riesce ad avere più controllo di questo limite, puoi osare a oltrepassarlo ma non puoi oltrepassarlo per tanto tempo e per tante volte… Poi ci sono le incognite…”
“Rimane il principio che nessuno va esclusivamente in montagna per dimostrare qualcosa a qualcun’altro … In montagna si devono accettare le regole del gioco anche quando queste purtroppo ci mettono di fronte a grandi tragedie”.
Simonetta Quirtano