Cari amici continuiamo discorrendo con un personaggio del mondo outdoor, un grande appassionato di speleo e canyoning, con cui da un po’ volevo avere il piacere di confrontarmi, per comprendere alcuni degli enti che davvero oggi rappresentano una voce importante in questi ambiti.
Parliamo di Eric Lazarus, nato in Svizzera a Sorengo nel gennaio del ’69, cittadino Francese che oggi vive a Monvalle in provincia di Varese: come lui afferma è un cittadino Europeo! La sua professione si riconduce al Joint research center della commissione Europea a Ispra, ed é il vice direttore delle scuola nazionale di speleologia con compito di direzione per il torrentismo, con il doppio titolo di istruttore nazionale di torrentismo e istruttore nazionale di speleo.
Che cos’è la SNS e quando è stata istituita?
La SNS è nata nel 1958 come unica scuola nazionale CAI di speleologia, non abbiamo scuole regionali o sezionali. Questo per motivi di numeri e di uniformità didattica. Da oltre 10 anni si occupa anche di torrentismo, con una crescita esponenziale del numero di istruttori in questa attività.
La scuola nazionale di Speleologia del CAI effettua anche i corsi di torrentismo? Parlando soprattutto per i meno esperti: quale rapporto tra le due attività?
La SNS fa corsi di torrentismo su buona parte del territorio nazionale, in certe zone siamo poco presenti, ma sono zone dove mancano torrenti per praticare.
Facciamo corsi di introduzione per principianti, corsi di tecnica per imparare ad attrezzare le calate, corsi di perfezionamento tecnico per imparare a gestire un gruppo in torrenti di media difficoltà. Inoltre ci sono tutta una serie di corsi specifici, per acque bianche, autosoccorso, attrezzamento, didattica, tuffi, Ice canyoning, ecologia in forra, ecc..
Il percorso speleo è separato dal percorso torrentistico, anche se l’iter formativo ha delle similitudini, certi corsi di aggiornato per istruttori sono validi per le 2 attività ma è l’unica parte che ci accomuna.
Parlando invece per chi è un veterano del canyoning in Italia: quale evoluzione storica o differenza rispetto all’Aic?
Siamo partiti allineandoci con AIC e SNAFOR sulla parte tecnica e cerchiamo di evolverci assieme con un continuo e costruttivo confronto. Ma il CAI ha in più tutta una parte culturale e etica che rende i nostri corsi decisamente più corposi, ma la tecnica non è il fine ultimo, è solo il mezzo per scoprire un bellissimo ambiente che si può apprezzare e tutelare solo conoscendolo.
Dove sta andando il CAI rispetto al torrentismo?
Il CAI ha accolto il torrentismo con entusiasmo, e ci sta chiedendo di sviluppare questa attività a 360 gradi, sicuramente l’approccio CAI alla montagna ha un influenza sul torrentismo percepito solo come attività “ludica e adrenalinica”. Si sta creando una consapevolezza e diventa contagiosa in altri ambienti.
Cosa davvero è importante per te nel torrentismo? Insegnato e vissuto?
Per me conta prima di tutto vivere la natura selvaggia, godermi ambienti incontaminati da solo o in compagnia di chi condivide la mia filosofia di vita. Che sia una grotta o un torrente, sono comunque luoghi che tengono lontano le masse o chi manca di rispetto per la natura. Da anni non ricerco più l’adrenalina perché è un via che porta a superare il precedente limite e tende ad accorciare drasticamente la prospettiva di vita. Mi piace godermi la natura, cerco la perfezione tecnica nell’esecuzione di una manovra, un traguardo che non raggiungo mai, perché la crescita è un percorso senza fine.
Ho scelto di insegnare per trasmettere la passione prima di ogni altra cosa, non ho mai cercato di essere alla direzione della scuola, ma quando mi è stato proposto, ho visto un opportunità di contribuire attivamente alla crescita del torrentismo. Come formatore vorrei essere superato dagli amici che ho avuto il piacere di formare, questo è l’obiettivo di ogni insegnante.
Quali sono i prossimi progetti della scuola di torrentismo del Club Alpino Italiano?
Da qualche anno abbiamo iniziato un progetto sulla comunicazione efficace, partendo dal presupposto che qualsiasi conoscenza che non può essere trasmessa in modo efficace è inutile; Abbiamo iniziato un percorso con un formatore esterno fino ad arrivare a chiudere il cerchio con i primi formatori CAI sulla comunicazione nel 2017. Ora proponiamo i primi corsi sulla comunicazione efficace gestiti in autonomia.
Stiamo ultimando le schede delle manovre da pubblicare come MTT “manuale tecnico torrentistico”, e dobbiamo iniziare il manuale base e avanzato di torrentismo per la collana dei manuali CAI.
Inoltre stiamo rivedendo il piano didattico per cercare di codificare la formazione nel dettaglio e facilitare il lavoro degli istruttori fornendo tutti gli strumenti formativi necessari.
Quali le novità più importanti in generale nel canyoning in territorio nazionale?
Tecnicamente ci sono sempre novità, ma sono dettagli, secondo me la grossa novità è l’approccio ragionato e l’analisi dei rischi che viene fatta continuamente prima e durante la progressione. Dai corsi base si insegna a ragionare, prima si insegnavano tecniche come rigidi schemi mentali da eseguire, e nei corsi avanzati si distruggeva questo schema mentale per iniziare a ragionare. Era un metodo poco efficace e controproducente per la crescita personale.
Come hai iniziato ad andare in montagna?
Ho iniziato a sciare a 3 anni, poi a 10 anni giravo da solo per le montagne del luinese, a 13 anni arrampicavo, poi speleo e infine torrentismo.
Come e quando hai iniziato a discendere gole e torrenti?
Forse nel 2006, ho provato il primo torrente, ma ero fissato sulla speleologia quindi non ho dato peso a questa esperienza. Nel 2009 c’è stata la svolta, ho fatto il corso di tecnica e sono subito entrato nel percorso formativo per diventare istruttore di torrentismo.
Hai fatto anche esplorazione? A che progetti sei più legato?
Ho fatto esplorazioni sia in Italia che extraeuropee, l’ultima era in Giordania con il CAI per conto del ministero del turismo Giordano.
Per mia formazione sono più legato a progetti tecnici scientifici. Attualmente purtroppo non riesco a portare avanti molti progetti, ho troppi impegni con il CAI; Dal 2019 sono stato eletto presidente della mia sezione CAI, però sto portando avanti un progetto di test sugli ancoraggi resinati molto interessante.
Quali i tuoi prossimi progetti personali?
Il mese prossimo mi ricandido come vice direttore della SNS per altri 3 anni, per portare avanti i progetti della scuola in corso. Vorrei riuscire a delegare di più i corsi per avere più tempo per esplorare e viaggiare nel mondo. Tanti luoghi nel mondo da vedere e da vivere basta scegliere.
Cosa diresti a un ragazzo che vuole accostarsi a questa attività?
Gli direi che sta per aprire la porta di un mondo parallelo, un mondo dove le regole sociali che conosce sono diverse, un mondo dove devi affidare la tua vita ad un compagno e viceversa. Questo crea dei legami sinceri dove la maschera che usiamo ogni giorno non serve, perché siamo felici di essere noi stessi davanti alla natura. Dove dobbiamo entrare in simbiosi con essa per conoscerla, capire i nostri limiti e provare emozioni indimenticabili.
Cosa auspichi che accada in futuro?
Vorrei creare un rapporto con le pubbliche amministrazioni e enti parco, in modo da rendere il CAI un rifermento per qualsiasi problematica legata a questi ambienti. Dobbiamo essere molto attivi nella tutela ambientale.
Si parla sempre di creare una scuola nazionale di Torrentismo separata dalla SNS. Non so cosa pensare, attualmente il direttore della SNS è una persona fantastica, non potevo chiedere di meglio, siamo complementari. Ma se arriva uno speleo che non può vedere il torrentismo, cosa succederebbe?
Molti torrentisti auspicano alla creazione di una scuola separata, non cambierebbe nulla rispetto alla situazione attuale, inoltre servono un certo numero di titolati per crearla, ad oggi siamo una sessantina di istruttori tra regionali e nazionali.
Credo che ad un certo punto questa soluzione si imporrà da sé; con la crescita attuale, tra qualche anno rischiamo di superare numericamente la parte speleo.
Christian Roccati
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