Leo Houlding – climber e protagonista dell’estremo: ecco che cosa gli abbiamo chiesto:
Quale genere di relazione trovi – se la trovi – tra il free climbing e il base jumping?
Originariamente ero in Norvegia, e pensai che era molto logico – dopo una scalata – ritornare alla base in un minuto! Di fatto non è così semplice: scalando devi portare con te il necessario per il base jumping – e possono essere anche 4-5 chili di peso – e poi quando salti devi farlo con addosso l’attrezzatura per la scalata… Comunque è fantastico, ed anche in Dolomiti ci sono posti molto belli dove scalare e poi fare base jumping…
Dieci anni per liberare “The Prophet” (El Capitan, Yosemite): che cosa ha significato per te?
Credo che per chi arrampica sia importante poter stabilire un traguardo, e che una volta che lo si raggiunga la soddisfazione sia tanto più grande quanto più questo obiettivo era vicino al limite delle proprie possibilità… ecco per “The Prophet” è stato questo, una delle cose più difficili che ho fatto nella mia carriera di climber…
C’è per ognuno un’isola, come è stata per te l’Isola di Baffin?
Sì, forse ognuno ha la propria isola, di certo l’Isola di Baffin è un posto incredibile, eccezionale per i climber… peccato che molti non la scopriranno mi perchè preferiscono Yosemite o le Dolomiti per un paio di giorni, ma noi siamo stati lì dei mesi…
Prossimi progetti?
Non ho particolari progetti per il momento: attualmente preferisco godermi la vita e quello che faccio passando da una cosa all’altra… in particolare sono impegnato nella produzione di video di arrampicata, che rappresentano per me una nuova sfida e che ritengo importanti, per poter condividere emozioni e luoghi con persone che non vivranno magari mai queste esperienze…
Intervista e riprese: Andrea Bianchi
Montaggio: Tommaso Brentari
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