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1 Giugno 2020

Rotolando verso sud

Cap.13 – Rotolando verso sud

“Il mio morale è davvero abbattuto; vado negli spogliatoi zoppicando e mi cambio, concedendomi una bella doccia bollente. Dopo una mezz’oretta dalla gara non riesco quasi più a camminare dritto. Telefono a Faraboschi e ai miei genitori da una cabina: spiego la situazione. Penso di non poter correre la finale.

Ci dirigiamo all’albergo, mangiamo e nel pomeriggio rimango solo. Zoppicando parto per le mie “esplorazioni”: voglio apprendere qualche cosa in più di non scritto su questa terra “lontana” dal luogo in cui vivo. Per prima cosa voglio vedere il mare e così faccio: non ci metto poco a studiare un possibile accesso e dopo parecchio tempo arrivo sulla spiaggia e guardo l’orizzonte. L’Africa è là, non poi così distante. Voglio vedere il mondo, non quello cittadino, sempre diverso e sempre uguale, che è niente più che composto da qualche striscia di cemento, e non mi interessa, ma quello vero e naturale, dappertutto. Voglio viaggiare ed esplorare a due passi da casa e lontanissimo da essa.
Torno sulla strada e, mezzo passo alla volta, mi sposto per chilometri. La gamba mi fa meno male a forza di muovermi; forse mi sto solo scaldando lentamente.

Riesco ad arrivare in paese dove trovo un gruppo di ragazzotti in motorino che mi guarda come se fossi un alieno ostile. Vado a comprare due ricordini e qualche cartolina. Scrivo parole intense e chiedo al tabaccaio i francobolli; domando anche dove sia la buca delle lettere perché non la trovo. Mi dice che lì tutti lasciano le cartoline a lui che poi le spedisce. Non ho ancora attaccato i valori, ma insiste di non preoccuparmi: ci pensa lui. Altri signori nell’esercizio hanno ascoltato la conversazione e mi guardano circospetti, come se fossi malfido. È un posto angusto e grigio e il tabaccaio è un uomo sulla sessantina, corpulento, con pizzo e capelli brizzolati. Ha la voce graffiata di chi ha fumato per troppi decenni; sono solo un ragazzo, come può fregarmi? È un uomo adulto! Se non lo assecondo sarà una mancanza di rispetto, come se gli stessi dando del disonesto. Mi dice di fidarmi con fare gentile e così faccio, gli lascio le cartoline già scritte e tre francobolli.
Non arriveranno mai a destinazione.

Tre francobolli: il prezzo della sua anima”.

(Tratto da Sette Nero di Christian Roccati)

Christian Roccati
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