E’ la prima volta che il “Lifetime Achievement Award”, premio alla carriera alpinistica, viene assegnato ad una donna
Catherine Destivelle, prima donna a salire un 8a+ (Chouca a Buoux), ha vinto il Piolet d’Or alla Carriera 2020.
La grande scalatrice francese, nel 1990 ha aperto una nuova via in solitaria sul Pilastro Bonatti al Petit Dru e ha completato una trilogia invernale in solitaria: la parete Nord dell’Eiger nel 1992, la Walker Spur sulla parete Nord delle Grandes Jorasses nel 1993 e la via Bonatti sulla Nord del Cervino nel 1994. Destivelle è anche autrice di molte imprese extraeuropee in Himalaya, Karakorum, Antartide, America.
Attualmente, Catherine Destivelle dirige la casa editrice da lei stessa fondata, Les Éditions du Mont-Blanc.
Catherine Destivelle
Catherine Destivelle divenne popolare negli anni ’80, quando esplose l’arrampicata sportiva e i gradi di difficoltà aumentavano rapidamente. I media focalizzarono la loro attenzione su questa nuova disciplina, ignorando che Catherine da giovanissima aveva già compiuto significative imprese alpinistiche.
Poco dopo aver scoperto l’arrampicata a Fontainebleau all’età di 12 anni, affrontò grandi vie nel massiccio del Monte Bianco. Tuttavia, a metà degli anni ’80 iniziò a partecipare alle competizioni di arrampicata sportiva e i suoi successi in questo ambito, e il fatto di essere diventata la prima donna a salire un 8a, la trasformarono in una stella dell’arrampicata su roccia. Ma pochi sapevano che da adolescente aveva scalato alcune delle più grandi vie delle Alpi.
Nel 1990, Destivelle fece il suo ritorno in montagna con un’impressionante salita in solitaria del Pilastro Bonatti sul Petit Dru. Questa impresa la rese credibile anche come alpinista. Continuò con l’apertura di una nuova via sulla parete Ovest del Petit Dru in 11 giorni, prima di completare una trilogia invernale in solitaria: la parete Nord dell’Eiger nel 1992, la Walker Spur sulla parete Nord delle Grandes Jorasses nel 1993 e la via Bonatti sulla parete nord del Cervino nel 1994. Quest’ultima via, ancor oggi, è raramente percorsa. Era la sua seconda grande via Bonatti e la prima volta che una donna saliva a un livello così alto nelle Alpi.
Tuttavia, Catherine non voleva essere ritenuta solo un’abile scalatrice donna, voleva che le sue imprese fossero misurate con quelle di qualsiasi altro alpinista, indipendentemente dal sesso. Catherine aveva dimostrato che le donne potevano scalare tanto quanto gli uomini.
La scalatrice francese continuò con l’alpinismo tecnico d’alta quota. In Himalaya e Karakoram realizzò la seconda salita in libera della Via slovena sulla Trango Tower, scalò la parete Sud-Ovest fino alla cresta sommitale del Xixabangma e tentò la parete Sud dell’Annapurna, il pilastro Ovest del Makalu e la cresta Nord del Latok I. Fu autrice di due prime salite significative nel massiccio Sentinel in Antartide. Scalò anche in America e sulle guglie rocciose del deserto del Mali e del Sinai.
Catherine, inevitabilmente, attirò l’attenzione di fotografi e cineasti di montagna. Nel 2007, recitò in “Au-delà des cimes” di Rémy Tézier, un film di arrampicata alpina con immagini superbe. Nel film Catherine è alle prese con “Voyage selon Gulliver”, una difficile scalata su roccia sul Grand Capucin. Tuttavia, l’attenzione principale del film era rivolta alla bellezza del movimento, al piacere del bivacco sulla cima del Grépon con sua sorella e alla salita dell’Aiguille Verte con amici. Il titolo, tradotto in italiano è “Oltre le vette” ed esprime l’idea che il valore dell’alpinismo vada oltre la difficoltà di una salita. L’immersione nel paesaggio montano e i legami di amicizia tra i compagni di arrampicata durano molto più a lungo di un grado elevato o di un tempo veloce.
Dopo aver scritto un’affascinante autobiografia (Ascensions, Edizioni Arthaud), fondò la sua casa editrice, Les Éditions du Mont Blanc attraverso la quale ha pubblicato testi eccezionali di scrittori poco conosciuti, guadagnando rapidamente credibilità per le sue capacità editoriali e la qualità delle sue produzioni. Come per le scalate in montagna, continua a lasciare il segno nel mondo dell’editoria. La sua filosofia è sempre stata quello di continuare ad andare avanti, senza mai preoccuparsi del suo status di alpinista o editore. (Piolets d’Or/Piotr Drożdż e Lindsay Griffin)