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9 Dicembre 2020

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

E’ morto Doug Scott

Doug Scott nel 2015, in Nepal. Foto arch. Doug Scott. Fonte: Wikipedia

Leggenda dell’alpinismo britannico e internazionale, fu membro della prima spedizione che raggiunse la vetta dell’Everest dalla parete Sud-Ovest. Aveva 79 anni

Doug Scott, 79 anni, una leggenda dell’alpinismo britannico e internazionale, membro della prima spedizione che scalò l’Everest attraverso la  parete Sud-Ovest, è morto lunedì scorso nella sua casa a Cumbria (Inghilterra), a causa di un linfoma cerebrale, secondo quanto reso noto da Community Action Nepal, l’ente di beneficenza da lui fondato per raccogliere fondi destinati al popolo nepalese.

L’Everest fu conquistato per la prima volta nel 1953, attraverso la cresta Sud-Est e la via di Colle Sud. La vetta, attraverso la parete Sud-Ovest, tecnicamente più impegnativa, fu conquistata nel settembre 1975 da una squadra britannica composta da 18 uomini e guidata da Chris Bonington. Bonington, uno degli alpinisti più noti in Gran Bretagna, scelse Doug Scott (33 anni all’epoca), e Dougal Haston (32 anni allora), affinchè fossero i primi due alpinisti del team a raggiungere la vetta per la loro resistenza, ambizione e capacità di prendere decisioni rapide sotto pressione. Quando i due uomini raggiunsero la vetta dell’Everest, non si scambiarono  molte parole; guardarono le montagne e  uno dei tramonti più belli che avessero mai visto, ha ricordato Scott nel suo libro “Up and About: The Hard Road to Everest.” Dopo circa un’ora in vetta, Scott e Haston iniziarono la loro discesa. Ad appena 300 piedi dalla vetta, le torce si guastarono e il vento cancellò le loro tracce sulla neve. Senza sacchi a pelo per proteggersi dal freddo, scavarono nella neve e si  sedettero sugli zaini per circa nove ore, aspettando che sorgesse il sole. “Nessuno mai aveva trascorso una notte così in alto senza ossigeno supplementare, non eravamo sicuri di cosa sarebbe realmente accaduto”, scrisse Scott nel suo libro. “Eravamo sbigottiti di essere riusciti a sopravvivere senza ossigeno, sacchi a pelo e senza congelamenti”.

Doug Scott. Fonte: news.sky.com

Nato il 29 maggio 1941 a Nottingham, in Inghilterra, Douglas Keith Scott, il cui padre era un campione di boxe e la madre supervisore in una fabbrica di sigarette, iniziò ad arrampicare da giovanissimo. Trascorse due anni alla Loughborough University, dove studiò geografia ed educazione fisica. Lavorò come insegnante a Nottingham negli anni ’60 e ’70, passando quanto più tempo possibile a scalare le montagne, esplorando il Peak District inglese, la Scozia, le Alpi e, infine, l’Himalaya.

Scott raggiunse le vette più alte di ciascuno dei sette continenti. Ha compiuto 45 spedizioni sulle montagne dell’ Asia, inclusa la Baintha Brakk, o l’Ogre, in Pakistan, dove si ruppe entrambe le gambe durante la discesa dalla vetta  in corda doppia. Bonington, che era con Scott e si ruppe le costole sempre durante la discesa, disse in un’intervista che nessuno, tranne Scott, avrebbe avuto la sua stessa forza fisica e mentale per scendere dalla montagna con due gambe rotte.

Negli ultimi anni, anche se malato di cancro, Scott ha continuato le sue scalate. Durante l’estate, anche se indebolito dai cicli di chemioterapia, ha salito le scale di casa sua 12 volte, indossando lo stesso abbigliamento che utilizzò durante la conquista dell’Everest, una sua personale sfida per raccogliere fondi e garantire medicine, attrezzature e maschere per combattere il coronavirus in Nepal. “Ha fatto  la differenza anche al culmine della sua malattia”, ha dichiarato Jon Maguire di Community Action Nepal.

L’ambasciata britannica in Nepal, con un Twitter, ha rilasciato la seguente dichiarazione: “il signor Scott sarà ricordato non solo per le sue imprese alpinistiche, ma come un vero amico del Nepal, il cui sostegno ha contribuito a costruire postazioni sanitarie nei villaggi rurali”. (Fonte)

Doug Scott ha riceuto il Piolet d’Or alla Carriera, dopo  Walter Bonatti e Reinhold Messner. Recentemente è stato insignito del prestigioso riconoscimento di “Membro onorario” dall’UIAA International Climbing and Mountaineering Federation.

Scott lascia la sua terza moglie, Trish, che ha sposato nel 2007; tre figli, Michael, Martha e Rosie, avuti dal suo primo matrimonio; due figli, Arran ed Euan, avuti dal suo secondo matrimonio; e diversi nipoti.