
Sito Carcavilla e Carlos Soria in Nepal, primavera 2021. Fonte: facebook Soria
Gli spagnoli hanno concluso l’acclimatazione nel Khumbu. Il team raggiungerà il CB in elicottero da Kathmandu
Hanno camminato una decina di giorni ai piedi di montagne emblematiche come Everest, Lhotse e Ama Dablam, ed effettuato una lunga ascensione sulle pareti dell’Island Peak (6189 m).

Carlos Soria e Sito Carcavilla nella valle del Khumbu durante l’acclimatazione per il tentativo sul Dhaulagiri, primavera 2021. Fonte: facebook/Soria

Sito Carcavilla e Carlos Soria nella valle del Khumbu per l’acclimatazione, prima del tentativo al Dhaulagiri. Fonte: facebook Soria
“Nei prossimi giorni – ha raccontato Soriano, prima di partire per l’Himalaya – attraverso la mia macchina fotografica, farò tutto il possibile per condividere le meraviglie di questa fantastica catena montuosa e narrare, con le mie immagini, la scalata di Carlos Soria verso la vetta del Dhaulagiri.”
“Il Dhaulagiri è la montagna che più desidero scalare, perché mi ha già respinto in molte occasioni”, ha raccontato Soria in un’intervista rilasciata a La Marca. Una sfida con una doppia motivazione: “Molte persone stanno passando un brutto periodo e muoiono in solitudine [a causa della Pandemia], soprattutto quelli della mia età. Voglio rendere un piccolo omaggio alle persone anziane salendo sulla vetta del Dhaulagiri. Inoltre, anch’io voglio completare i 14 ottomila”, ha dichiarato lo spagnolo. “Mi sono rimaste due vette da raggiungere [Dhaulagiri e Shisha Pangma]”, continua Soria. “Lo Shisha Pangma è in Tibet e, se tutto va bene, ci andrò in autunno; ha due vette, io ho fatto la più bassa anni fa, ma per ora penso al Dhaulagiri.”