Un tampone anti-Covid stravolge la spedizione dei tre alpinisti
Una volta saliti sull’aereo alla volta dell’Islanda, scalo necessario per poter raggiugere la Groenlandia, sembrava fatta per Matteo Della Bordella, Silvan Schüpbach e Symon Welfringer. Invece, raggiunto l’imbarco del nuovo volo, le autorità hanno impedito ai tre alpinisti di salire sul volo Reykjavik-Nuuk. “Prima di partire ho chiesto, per iscritto, se fosse necessario effettuare ulteriori analisi in loco, oltre al tampone effettuato in Italia, per confermare la negatività al Coronavirus” spiega Della Bordella. “Sempre in forma scritta ci hanno confermato che non sarebbero state necessarie ulteriori analisi. Solo quando siamo arrivati all’imbarco ci hanno spiegato che sarebbe stato necessario rifare le analisi in Islanda e non ci hanno fatto salire a bordo. Ho provato a mostrare il carteggio avuto con le autorità competenti prima di partire, ma non è servito a nulla”.
Persa la coincidenza i tre alpinisti hanno fatto di tutto per trovare una soluzione che permettesse loro, nel più breve tempo possibile, di raggiungere la Groenlandia così da non compromettere le tempistiche della spedizione già molto ristrette. Alla fine sono riusciti a partire solo nella giornata di ieri 22 luglio 2021. “Per Nuuk esiste soltanto un volo a settimana e sono sempre molto affollati. Per fortuna qualcuno ha disdetto e siamo riusciti a trovare tre posti”.
Cambio di programma
Purtroppo la settimana persa in Islanda ha costretto Matteo, Silvan e Symon e rivedere i propri piani. “Abbiamo i tempi contati e non possiamo permetterci di posticipare i voli di rientro” che nell’attuale situazione di instabilità potrebbe voler dire rimanere bloccati in Groenlandia o in Islanda per diverso tempo. Si naviga a vista, così gli alpinisti hanno scelto di modificare il loro obiettivo rinunciando al progetto originario (una traversata oceanica di ben 400 chilometri prima di affrontare una parete inviolata di 1200 metri). “Non vogliamo però rinunciare allo stile”, si tratta quindi sempre di un progetto by fair means che unisce il kayak alla scalata.
Piano B
“Abbiamo individuato una regione montuosa, posta circa 180 chilometri a nord di Tassilaq, dove si trovano alcune pareti inviolate molto affascinanti”. Tra pochi giorni partiranno quindi a bordo dei loro kayak, carichi di tutto il necessario per poter sopravvivere e scalare, pronti ad affrontare 180 chilometri di navigazione all’interno del fiordo fino a raggiungere un punto chiamato Mythics Cirque. “Solo due spedizioni hanno visitato questo territorio fino a oggi”, tra cui quella dell’amico Ragno Paolo Marazzi che ha inviato a Matteo e compagni la foto di tre pareti, di cui due ancora inviolate (vedi immagine in allegato). “Non sappiamo cosa ci sia intorno. Non vediamo l’ora di raggiungerle per capire cosa si possa fare e cercare la miglior via di salita”.
Non si perde quindi il fascino esplorativo del progetto e, forse, diventa ancor più esplorazione. In fondo sta in questa incertezza il bello dell’esplorare. “Avremmo potuto prendere un altro mezzo, più rapido, con cui raggiungere il nostro obiettivo originario e riuscire quantomeno a fare un tentativo” spiega Matteo. “Ma questo non avrebbe rispecchiato il nostro stile”.
Gli aggiornamenti saranno sporadici e legati alle possibilità comunicative dei tre, che hanno scelto di limitare al massimo l’uso della tecnologia a brevi aggiornamenti e ad eventuali situazioni di emergenza.