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4 Gennaio 2022

Ciaspole · Walking · In montagna con le racchette da neve · L'arte di camminare

La camminata con le ciaspole – 1: tecniche di progressione sulla neve.

ciaspole ferrino

 

Potrebbe sembrare che con le ciaspole si possa camminare come su qualsiasi altro terreno, ma non è esattamente così. La postura delle gambe, la falcata e l’appoggio del piede sono diversi ed occorre prestare attenzione, soprattutto le prime volte che si provano le ciaspole. Anche la velocità di progressione è importante, oltre che comprendere da subito quali siano le pendenze che non possono essere affrontate con questo fantastico mezzo per “galleggiare” sulla neve.

Partiamo dalla postura delle gambe. Date le dimensioni dell’appoggio della ciaspola è impossibile camminare mantenendo le gambe vicine come con le scarpe. A seconda delle dimensioni delle racchette da neve occorre tenere una postura degli arti inferiori più divaricata in modo da non far sormontare, quindi inciampare, le ciaspole.
La postura a gambe più divaricate può cambiare la nostra percezione del peso, quindi in un primo momento dovremo fare attenzione alla nostra propriocezione per evitare di perdere l’equilibrio e cadere.
Una buona precauzione è affrontare il primo giorno percorsi più in piano possibile, su nevi compatte e lontano da pericoli come burroni e pendii scoscesi, dove una caduta potrebbe essere molto pericolosa.

Anche l’ampiezza del passo deve essere regolata rispetto alla normale camminata. Tipicamente chi affronta per la prima volta una gita con le racchette da neve tende a cercare un ritmo del passo simile a quello usuale su altri terreni. Partire quindi troppo velocemente, senza economizzare i movimenti è uno dei primi errori che nel più dei casi porta alla rinuncia della meta.

Partire con un passo più lento rispetto quello al quale siamo abituati è buona regola. Sulla neve, specie quella fresca, lo sprofondamento è la principale causa di affaticamento. Quando iniziamo il passo e portiamo avanti uno dei due piedi cerchiamo sempre di appoggiare la ciaspola in modo da farla entrare (prima di tacco e poi di punta) sulla neve. Una specie di “rullata” come quando si corre, ma lentamente in modo da far sprofondare la ciaspola in modo non brusco e quindi evitare ulteriore sprofondamento. Una volta che la ciaspola sarà appoggiata alla neve potremo spostare il busto in avanti e proseguire il passo con l’avanzamento dell’altro piede.
E’ importante, specie su nevi farinose, avere sempre un buon punto di appoggio stabile, prima di iniziare il passo.

L’utilizzo dei bastoni come appoggio, che vedremo in seguito, non è la soluzione migliore per scaricare il peso. Un buon esercizio per comprendere la propria propriocezione sulle ciaspole è quello di provare a camminare senza l’uso dei bastoni su un terreno piano con neve morbida. Provare per credere, è possibile, su terreni facili, stare in piedi e camminare con le ciaspole senza l’uso dei bastoni.

Uno dei muscoli più attivi nella progressione con le ciaspole è il quadricipite, ma in salita anche i polpacci sono tra i muscoli che a fine giornata potrebbero farci male. Durante la progressione dobbiamo sempre tenere il nostro peso sulla linea immaginaria del nostro baricentro. Eccessivi spostamenti in avanti o indietro potranno provocare a lungo andare dolori alle articolazioni. La progressione deve essere fluida e precisa per consentire l’appoggio del piede con la dovuta sicurezza. Il busto rimane pressoché eretto evitando eccessivi spostamenti, in avanti e indietro, che potrebbero causare a fine giornata dolori sia muscolari che articolari.

Fonte foto: www.ferrino.it