Cho Oyu (8.201 m) – Parete Sud, Nepal
Gelje Sherpa e il suo team, ieri 21 febbraio, hanno lanciato il loro tentativo al vertice del Cho Oyu.
Partiti dal Campo Base al buio, all’alba erano a quota 7400 metri. Raggiunta un’altitudine di 7.560 metri, la squadra ha dovuto ritirarsi.
Il tempo ha iniziato a peggiorare dopo le 9:00. Le previsioni meteo segnalavano forti nevicate e forti venti a partire da mezzogiorno con raffiche di vento fino a 100 km/ora. “Il nostro team ha interrotto la spinta finale perché la finestra era troppo breve per continuare – ha riferito Ashok Rai, manager della spedizione – Ci sarà un secondo tentativo non appena il tempo migliorerà”.
La squadra ha impiegato più di 4 ore per attrezzare colle sud, tra il Tenzing Peak e la cresta del Cho Oyu. Poteva arrivare in vetta, ma non avrebbe avuto tempo di ritornare al CB in sicurezza. “Ci trovavamo in una situazione difficile. Abbiamo deciso di ritirarci. La sicurezza è la parte più importante della scalata”, ha spiegato Rai.
La squadra è ora al campo base, dove attenderà una finestra meteorologica migliore. “La missione è iniziata. Anche se non ce la faremo entro febbraio, lo faremo il mese prossimo”, ha concluso Rai.
Il maltempo ha respinto anche il team guidato da Mingma Dorchi Sherpa, impegnato su una via alternativa. Gli otto scalatori sono scesi al CB dopo aver depositato l’attrezzatura a 7.200 metri (C3). “Se il tempo lo permetterà, la squadra partirà per una spinta al vertice il 27 febbraio”, ha affermato il loro manager Nivesh Karki.
Entrambi i team hanno come obiettivo principale l’apertura di una nuova via commerciale dal Nepal. Ricordiamo che Gelje, 29 anni, punta anche a diventare il più giovane scalatore a completare i 14 Ottomila della Terra. Se questa spedizione dovesse avere successo, gli mancherebbe solo più il Broad Peak.
Everest (8.849 m) – Cresta Ovest, Nepal
In attesa di una finestra favorevole per raggiungere la base dell’Hornbein Couloir a 8000 metri di quota (suo principale obiettivo per questa stagione), il tedesco Jost Kobusch è l’alpinista-fotografo Daniel Hug, domenica scorsa hanno scalato una cima di 5000 metri.
“Da lì abbiamo usato il telescopio che Daniel ha portato con sé per filmarmi sulla montagna – ha raccontato Kobusch al rientro a Lobuche – Molto emozionante, rivedere la parte alta della montagna nei dettagli. Ma non fraintendetemi ragazzi, anche se nelle foto viene benissimo, al momento c’è ancora molto vento ed ora fa anche eccezionalmente freddo”.
“Il cielo terso è fuorviante – aveva commentato il tedesco, il giorno prima – È e rimane molto ventoso. Le previsioni meteo promettono che il Jet Stream colpirà le montagne in modo più irregolare nei prossimi giorni e di conseguenza potrebbe presentarsi una piccola finestra… Ma è una cosa che devo tenere d’occhio. Se non funziona, non funziona. Alla fine l’obiettivo non è raggiungere la vetta, ma sopravvivere.”
Aggiornamento del 23 febbraio: Jost Kobusch è in movimento. Questa mattina è partito da Lobuche in direzione Lho La e attualmente il suo tracker lo segnala a 5.274 metri.
Aggiornamento del 23 febbraio (ore 15:30): Jost Kobusch ha raggiunto quota 5.697 m
K2 (8.611 m) – Sperone degli Abruzzi, Pakistan
Con un’azione iniziata la scorsa settimana, il team della spedizione commerciale al K2 di Grace Tseng, ha superato la Piramide Nera e attrezzato lo Sperone degli Abruzzi fino a Campo 3 (7.350 metri), poi è rientrata al Campo Base.
Approfittando di condizioni meteo favorevoli, sabato 19 febbraio, la squadra al completo, formata dalla scalatrice taiwanese, dai nepalesi Nima Gyalzen Sherpa (coordinatore del team), Chhiring Sherpa, Dawa Sherpa, Furi Sherpa, Ngima Tendi Sherpa, Ningma Dorje Tamang Sherpa e dal pakistano Muhammad Sharif Rasool, è partita dal CB e ha raggiunto Campo 2. Il loro programma era salire a C3 per verificare i materiali e ritornare a C2.
La squadra prevede di raggiungere la vetta del K2 il 24 febbraio.
Aggiornamento del 22 febbraio:
Sul K2, le previsioni del tempo sono cambiate di nuovo ed è arrivata una bufera di neve. “L’incredibile bufera di neve a 90-100km/h di ieri sera al Campo 3 è continuata fino ad ora…– informa Grace Tseng – La neve e il vento penetrano continuamente nelle tende!In quasi due mesi, non c’è stata una finestra di almeno cinque o sei giorni necessaria per scalare il K2. Poichè la stagione più difficile è l’inverno, ero preparata a questo.
Ho visto tende distrutte dai forti venti! Non per niente viene chiamata la “Montagna assassina”! La verticalità del K2 ci permette di accamparci solo sui bordi della montagna. La scorsa notte, nessuno ha dormito, si sentiva solo il suono del vento che batteva contro la tenda.
Sono davvero grata al Pakistan per aver allestito un campo base per la nostra squadra, l’unica quest’inverno, e per aver mandato insieme a noi il personale al campo base! Nell’ultimo villaggio, prima di affrontare il trekking di sette giorni verso il campo base, la polizia turistica mi ha stretto la mano e ha registrato un video dicendo: “Grazie mille per essere venuta qui in inverno! È il periodo più freddo dell’anno e [la spedizione] consente alla nostra gente di guadagnare ed avere maggiore esposizione internazionale. Sono rimasta stupita dal calore del Pakistan fin dalla mia prima visita sette anni fa, è sempre stato uno dei miei paesi preferiti!