Grace Tseng invernale al K2. Fonte Facebook

La scalatrice taiwanese, in questa seconda parte del racconto, informa di non aver usato ossigeno supplementare e di aver raggiunto con gli Sherpa Campo 4

Arrampicare al freddo fino all’ultimo minuto del termine ultimo  della spedizione invernale
Era la prima volta che prendevo una decisione del genere, dopo aver scalato sei vette di 8.000 metri, ed ero estremamente turbata…
Per quasi due mesi abbiamo dato il massimo! È stata una decisione molto… molto difficile essere costretti a scendere  a poche centinaia di metri dalla vetta e avevamo una finestra di soli due giorni per farlo.

La scadenza del permesso di scalata si avvicinava, c’erano -70 gradi Celsius, quasi la temperatura più bassa sulla terra; giorno dopo giorno, guardavo il tempo che non migliorava mai, con venti che raggiungevano 90-110km/h e quando è stata presa la decisione definitiva in condizioni così estreme… non sentivo più il freddo, e invece pensavo a tutto il duro lavoro che avevamo fatto in questo viaggio…
Da quando ho deciso di completare i 14x 8000, tutto il mio tempo e le mie energie sono stati impiegati per rendere più chiari i contorni di questo sogno.Anche in un allenamento di routine o in un intervallo per mangiare, in ogni secondo simulavo ciò che poteva accadere in montagna, ogni scenario, ogni preparativo, così da non dovermi arrendere alla leggera!
Continuerò a regolare la mia respirazione, ad essere determinata e a lavorare intensamente passo dopo passo.
Le montagne sono state le mie maestre per tutta la vita, e con rispetto e umiltà, ringrazio la natura per la forza e la determinazione che mi ha dato.
Vorrei ringraziare ancora una volta gli sponsor che hanno creduto in me e mi hanno incoraggiata, e tutti coloro che hanno creduto nel mio sogno!
Spero che tutti noi dovremmo credere nel nostro potenziale e fare del nostro meglio per creare le possibilità della vita!
Il mio compagno di squadra,  Nima Sherpa, era così triste per me e mi disse  che essere salita così in alto,  con così poco personale e senza l’ausilio di ossigeno supplementare  per tutto il tempo, era una cosa senza precedenti per una donna…
Ho capito! Tutti erano sani e salvi, anche se erano tutti più o meno sfregiati dal forte vento, e sapevo che la decisione che avevo preso di  “rinunciare” era stata giusta .. ma ancora non riuscivo a fermare le lacrime… Nima ha poi preso i messaggi degli scalatori stranieri e mi ha mostrato quanto fosse sollevato nel leggerli. Uno ha disse: “Questa ragazza taiwanese non ha scelto la via più facile per completare i 14 ottomila, non solo ha scelto la stagione più fredda, non ha famigliari nel mondo dell’alpinismo, non è cresciuta in un paese con montagne di oltre 4.000 metri, è giovane, ed esile ed è in grado di scalare il K2 in inverno fino al Campo 4, mi chiedo quale sarà il suo prossimo passo?
Alla fine ho sorriso di questo… L’apparenza è solo un riflesso della coscienza, ciò che conta è l’essenza …
Ad essere onesti, finora non ho avuto una squadra o un’agenzia, quindi ho dovuto cavarmela da sola, trattare con i media e discutere i piani di scalata con le agenzie, quindi faccio davvero, davvero tesoro di ogni opportunità che mi si presenta, e ogni volta che ho la possibilità di partire, la mia aspettativa è di fare del mio meglio!
Anche se ci vorrà un po’ di tempo per essere all’altezza, credo ancora che lo spirito di Taiwan abbia il coraggio di viaggiare e scalare le vette del mondo!
Ho sempre creduto che anche se l’alpinismo non è uno sport olimpico, può ancora mostrare al mondo Taiwan!
Ps. Alla fine dell’inverno, abbiamo ricevuto la conferma che nessun team impegnato nelle spedizioni invernali ha raggiunto quest’anno una vetta di 8000m, all’ Everest, Chogori/K2, Nanga Parbat, Manaslu e Cho Oyu.
La sfida più dura della stagione, la sfida principale per gli scalatori.
Torneremo quest’estate!
Ps. Mi piacerebbe tornare e tentare nuovamente il K2 se riesco a trovare uno sponsor!
Grazie alla nostra squadra
Nima Gyalzen Sherpa
Ngima Tendi Sherpa
Furu Sherpa
Tshering Sherpa
Ngima Dorje Sherpa
Dawa Sherpa
Muhammad Sharif

VAI ALLA PRIMA PARTE DEL RACCONTO