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2 Novembre 2022

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Team giapponese rinuncia all’inviolato Phungi

Da sinistra a destra, Kisuke Goto, Taichi Kagami e Masaki Adachi e dietro il Pungi (6524 m), dal Campo Alto a 5530 m.
Fonte Taichi Kagami/instagram

La squadra rinuncia a 6.150 metri

Kisuke Goto, Taichi Kagami e Masaki Adachi, membri del team giapponese Himalayan Camp impegnato sull’inviolato Phungi (6.524 m), hanno dovuto fare marcia indietro a 6.150 metri di quota a causa del mal di montagna.

Il team ha trovato sulla montagna molta neve, cosa che non sorprende, visto l’interminabile monsone che ha colpito tutte le cime del Nepal quest’autunno.

“Abbiamo dato il massimo, ma la vetta era troppo lontana…”, ha riferito sul suo instagram Taichi Kagami.

“A 6150 m, abbiamo dovuto ritirarci a causa del mal di montagna e di congelamenti. Faceva molto freddo sulla parete ovest della cresta, dove il sole non batteva per molto tempo. Alcuni membri si erano già fermati al Campo Alto a causa del mal di montagna, il che ha indicato un fallimento nell’acclimatazione della squadra. Avremmo dovuto acclimatarci con più attenzione perché non eravamo sufficientemente preparati e competenti”, ha aggiunto Taichi.

Le abbondanti nevicate di quest’autunno nella regione del Manaslu-Annapurna non hanno facilitato i progressi del team. “Ci vuole molta forza lavoro per salire attraverso la neve, ma quando due membri su tre non sono completamente acclimatati, la vetta diventa ancora più lontana […] Abbiamo molto da imparare…”, continua Taichi.

Il Phungi (6524 m) non va confuso con il Phungi Himal (6.538 m), dove i russi Yuri Koshelenko e Aleksei Lonchinsky hanno effettuato la prima salita il 28 ottobre 2017.