David Tarragó, Paula Revoil e Jesús Cristóbal hanno aperto ‘Patrick Edlinger’ (250 m, 7c+/A1e) ed effettuato la prima salita insieme a Julien Schilling. Si attende la libera di un tiro, che potrebbe portare la difficoltà della via a 8a/8b
Oggi, mercoledì 16 novembre, ricorre il decimo anniversario della morte di Patrick Edlinger, una figura determinante per comprendere lo sviluppo dell’arrampicata sportiva fin dalle sue origini.
David Tarragó, che trent’anni fa condivise le gare di arrampicata con Edlinger, e Paula Revoil, che frequentò il Verdon e il Buoux con il noto scalatore francese, gli hanno reso omaggio aprendo una via che porta il suo nome.
Così è nata “Patrick Edlinger”, una linea di 250 metri e una difficoltà obbligatoria di 7a+, chiodata dai due l’anno scorso, insieme a Jesús Cristóbal. La scorsa primavera, con Julien Schilling, nuovo membro del team, ne hanno effettuato la prima salita. Resta da liberare il passaggio di A1 sull’ottavo tiro che, secondo loro, potrebbe portare la difficoltà massima della via a 8a/8b.
La linea di 11 tiri (L1 6c, L2 5c, L3 7a, L4 6b, L5 7c+, L6 7a, L7 7b, L8 7b/A1e, L9 7b, L10 6b, L11 5c), si sviluppa a sinistra di ‘Rideaux de Gwendal’, nel settore Pichenibule del Verdon. Per accedere ai piedi della via, bisogna scendere in corda doppia ‘Ticket Danger’ e fare una traversata fino all’ultima calata di ‘Rideaux de Gwendal’.
Patrick Edlinger
Patrick Edlinger, protagonista assoluto dell’arrampicata libera tra gli anni 80 e 90, riuscì ad influenzare in modo significativo una comunità di giovani arrampicatori.
Fin da ragazzo iniziò a muoversi come un ballerino sulla roccia e divenne famoso per le sue scalate sulle pareti del Verdon, su difficoltà allora impensabili. Atletico, biondo e bellissimo, la sua immagine in azione su pareti lisce e verticali divenne popolare su libri e riviste, e grazie a un film, La vie au bout des doigts, che mostrava per la prima volta l’arrampicata come un capolavoro di eleganza.
Nel 1995 un incidente nelle Calanques marsigliesi lo costrinse ad abbandonare l’arrampicata estrema, ma Patrick si trasferì nel Verdon proprio per essere vicino alle sue pareti più amate. Edlinger era molto amato, ma anche molto invidiato per il suo successo strepitoso. Eppure lui era un uomo semplice e schivo. La fama gli era piombata addosso quasi come un peso insostenibile. Negli ultimi anni dalla sua vita si allontanò dal mondo alpinistico. Jean-Michel Asselin, uno dei suoi più intimi amici, ne trasse un ritratto, in un libro, pubblicato in Italia da Alpine Studio con il titolo “Libero nell’aria”.
Morì il 16 novembre 2012, a soli 52 anni, a causa di una banale caduta dalle scale di casa, nel suo paese di La Palud-sur-Verdon.