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1 Dicembre 2022

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Cultura · Fusta Editore · Narrativa

Ugo Manera

Dal Monviso al Changabang

Scalate e personaggi in sei decenni di alpinismo

In libreria l’ultima fatica di Ugo Manera

Alpinismo, Scalata, Avventura. Tre sostantivi che hanno caratterizzato gran parte della vita di Ugo Manera. Racconti di personaggi, luoghi, emozioni, sfumati in atmosfere del passato ma che testimoniano una inesauribile passione per una attività, a volte rischiosa, sempre in bilico tra spinta ideale e sport.

In questa raccolta di racconti organizzati in sette capitoli tematici l’autore fa riapparire, dalle profondità del passato, avventure e atmosfere che erano comparse in alcune riviste specializzate di montagna oggi perlopiù introvabili.
La scelta però è stata  quella di rinnovare e riscriverli alla luce dell’esperienza maturata in oltre 60 anni di scalate.
Ne emerge uno spaccato di verità totale, non solo di come era Ugo Manera ma anche di come era l’alpinismo a quei tempi
Brani interi di storia riportati alla luce, caratteri e forti volontà non mediati dal tempo.

Ugo non dimentica i suoi compagni, almeno quelli con cui più si è legato e ha più fraternizzato. I ricordi di Gian Carlo Grassi, Gian Piero Motti, Isidoro Meneghin, Mariangelo Cappellozza, Paolo Armando, Adriano Trombetta sono veri e propri affreschi, sinceri e graffianti nel modo giusto. Si occupa anche di Mike Kosterlitz, il premio Nobel per la fisica, dandone un’immagine del tutto non convenzionale.

Gli ultimi due capitoli sono dedicati ai suoi saggi sulle questioni più varie, in genere di etica. Si va dal “mitico” Settimogradisti parassiti sociali? del 1980 alle più recenti disquisizioni sui travagliati presente e futuro del Club Alpino Accademico Italiano. 

“Una gigantesca carriera”, come la definisce Alessandro Gogna nella prefezione del volume, quella dell’autore, protagonista per oltre 60 anni della storia alpinistica, che dopo il primo grande successo ‘Pan e Pera’ pubblicato nella collana ‘I Licheni’ (Vivalda Ed.), si rimette in gioco penna alla mano raccontando i vari personaggi che ha incontrato nella sua lunga vita alpinistica che continua tutt’ora, e rivisitando gli innumerevoli scritti apparsi sulle più prestigiose riviste di settore  che comprendono le infinite ascese compiute in tutto il mondo.

Presentazione a Torino martedì 6 dicembre

“Dal Monviso al Changabang” di Ugo Manera (Fusta Ed.) è una chicca per gli appassionati di montagna.
L’autore incontrerà i suoi lettori a Torino, alla Libreria della Montagna (via Sacchi 29 bis), martedì 6 dicembre alle 18,30, dove presenterà la sua nuova fatica letteraria.

L’Autore

Ugo Manera, uno degli esponenti di punta dell’alpinismo piemontese ed italiano, nasce nel 1939 da famiglia operaia e con tradizioni progressiste: il nonno fu tra i tre fondatori del Partito Socialista ad Alba (CN). Le ristrettezze economiche lo costringono a una carriera lavorativa precoce, tuttavia nulla gli impedisce di conseguire il tanto agognato diploma.

Iniziò a praticare l’alpinismo nel settembre 1957 a diciotto anni, dopo tre anni di competizioni ciclistiche nelle categorie giovanili. Praticò con passione l’alpinismo fin dagli inizi, nel tempo concesso dal lavoro e dagli studi serali (cominciò a lavorare in fabbrica a quattordici anni).

All’inizio dell’attività alpinistica si orientò al collezionismo di cime, ossia la salita per le vie più facili delle cime superiori ai 3000 e 4000 metri, ma presto abbandonò tale filone e si rivolse all’alpinismo delle grandi difficoltà.

A metà degli anni sessanta divenne istruttore di alpinismo nella scuola di Giusto Gervasutti, attività che ancora oggi svolge. Legatosi in grande amicizia con Gian Piero Motti, si dedicò intensamente alla ricerca e scoperta del nuovo ed alla valorizzazione di terreni rocciosi fino ad allora sconosciuti ai più o non ancora presi in considerazione (come le prealpi francesi e le bastionate di fondovalle della Valle dell’Orco). Con Motti diede avvio a quel momento dell’alpinismo torinese ricordato come il Nuovo Mattino. Manera coniò il nome Caporal per la celebre falesia della Valle dell’Orco dopo averne aperto la prima via nell’autunno 1972 con Motti: la Via Dei Tempi Moderni.

Come Gian Piero Motti anche Manera pubblica molti articoli sulle riviste specializzate nei quali illustra la sua attività e mette in evidenza le linee guida del suo alpinismo, che sono: abbandono del mito dell’alpinismo eroico vissuto fino al limite dell’estremo sacrificio, ricerca del nuovo e dell’inedito sia nelle falesie di bassa quota che sulle grandi parete di grande montagna, alpinismo invernale e scoperta di problemi nuovi per poi risolverli. Tale visione dell’alpinismo lo ha portato a realizzare un gran numero di prime ascensioni; in cifre: 105 prime in montagna, 37 in falesia, 20 prime invernali, 22 prime italiane.

Se il nuovo ha caratterizzato l’attività di Manera, non meno importanti le numerose ripetizioni di grandi vie di estrema difficoltà: dalle Alpi Marittime al Monte Bianco e dal Gran Paradiso alle Dolomiti. I gruppi montuosi più amati sono stati quelli del Monte Bianco e del Gran Paradiso.

I limiti imposti dal lavoro e dagli impegni familiari non hanno impedito a Manera di svolgere un’importante attività extraeuropea dall’Himalaya alle Ande Peruviane.

L’alpinista torinese è tuttora attivo  dopo oltre 60 anni di attività alpinistica ininterrotta. È membro del Club Alpino Accademico Italiano (CAAI) e del Groupe de Haute Montagne (GHM) francese. È autore del libro autobiografico Pan e Pera (2003) e di vari articoli apparsi sulle riviste del settore.


Dal Monviso al Changabang

Autore: Ugo Manera

Editore: Fusta Editore - Saluzzo (CN) - 2022

Pagine: 344

Prezzo di copertina: € 19.5


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