Pubblicato da Alex Txikon su Domenica 8 gennaio 2023
Prima della conferenza stampa di ieri a Kathmandu, in un video Alex Txikon ha anticipato alcune informazioni riguardo la salita invernale del Manaslu compiuta con successo il 6 gennaio 2023 con sei alpinisti nepalesi – Tenjen Sherpa, Pasang Nurbu Sherpa, Mingtemba Sherpa, Chhepal Sherpa, Pemba Tasi Sherpa e Gyalu Sherpa.
Questi i punti salienti, riassunti in breve:
– Né Alex né Simone, né altri, negano la prima invernale polacca di Maciej Berbeka e Ryszard Gajewski, la prima salita effettuata nel corso dell’ “inverno astronomico”, cioè la prima realizzata completamente dopo l’inizio del solstizio d’inverno.
È anche la prima volta che gli scalatori nepalesi ottengono una prima invernale in una delle montagne del loro paese in queste condizioni (inverno astronomico).
– Alex Txikon rivela: “È una sensazione strana però, tutti questi anni cercando di scalare il Manaslu senza mai riuscirci… Ma questa volta sì, siamo soddisfatti. Tuttavia provo anche un grande dolore, perché Simone Moro non era con noi in vetta al Manaslu”.
– Simone ha avuto un problema gastrointestinale fin dai 3 giorni precedenti l’inizio della salita dal Campo Base al C2. Aveva pochissime forze e, generosamente e grande senso alpinistico e di squadra, ha deciso di scendere per non ostacolare i suoi compagni di sfruttare l’ottima opportunità che avevano di raggiungere il vertice. Ha compiuto la discesa da solo [anche] se gli altri si sono offerti di aspettarlo. La sua esperienza come alpinista lo ha portato a rinunciare al sogno del suo 5° vertice invernale per non essere un peso.”
– Questo è il risultato di squadra, con 1 scalatore basco, 1 italiano e 6 nepalesi. Txikon scala con i nepalesi da molti anni, e li considera suoi pari. Lo dice molto chiaramente nel video durante la conversazione con Dawa: “Non avrei voluto essere lì con nessun’altra persona”. Questo è quello che pensa Txikon, qualsiasi altra interpretazione è un’impressione soggettiva di chi osserva. Il primo ad arrivare in vetta è stato Tenjen Lama Sherpa.
Txikon ha rilasciato anche un’intervista ad Alessandro Filippini in cui ha raccontato quanto segue:
“Dal Campo Base a Campo 1, non c’erano corde fisse se non in alcuni punti tra C1-C2 (6000m), un tratto molto pericoloso. Tra C2-C3 non abbiamo sistemato corde fisse che invece erano necessarie in alcune sezioni tra C3-C4, dove c’erano delle tende ma non ci siamo fermati. Dal C4 alla vetta non abbiamo utilizzato corde fisse.
Il 5/01 sono salito con Chepal Sherpa da C2, partendo verso le 10.30, raggiungendo C3 alle 15h, a poco più di 6900 m.
Noi 7 [Txikon e i 6 sherpa] siamo rimasti insieme a C3 fino alle 22.30 circa. Non ho usato ossigeno supplementare. Gli Sherpa avevano bombole di ossigeno ma hanno smesso di funzionare una dopo l’altra a causa del freddo. Quindi nemmeno gli sherpa hanno potuto continuare ad utilizzare ossigeno supplementare per arrivare in cima.
Sono stato il quinto ad arrivare in cima. Il primo è stato Tenjen ‘Lama’ Sherpa intorno alle 8:30, quando ha chiamato con il suo walkie talkie per dare la notizia. Abbiamo progredito fino alla vetta principale. Quando siamo arrivati alla cresta di vetta c’era una corda rossa, credo dello scorso ottobre. Tra l’antecima (quella che prima era considerata la vera vetta) e la vetta principale la distanza è molto breve, non più di 35 metri.
È un posto molto piccolo, quindi non siamo riusciti a fare una foto di gruppo come hanno fatto i 10 nepalesi in cima al K2. Abbiamo dovuto attraversare la cresta raggiungendo la cima uno alla volta.
Poi siamo ritornati direttamente al Campo Base, con solo una piccola sosta al C2. Siamo arrivati alle 18, molto stanchi ma ovviamente felici, entusiasti per una impresa effettuata in soli 3 giorni. Grazie anche a condizioni meteo favorevoli, con poco vento, e condizioni della via altrettanto buone, con poca neve. C’era davvero molto ghiaccio, il che ha reso il percorso più tecnico.
Tuttavia il merito del successo va al duro lavoro dei miei colleghi nepalesi, di cui vado molto orgoglioso. Erano al Manaslu per il loro paese. Volevano arrivare in cima, come alpinisti”.
Dunque, l’ossigeno supplementare è stato utilizzato solo parzialmente dagli sherpa. Alex Txikon non ha utilizzato ossigeno supplementare e la via era attrezzata solo nei tratti più difficili. La prima invernale polacca, 38 anni fa, è stata compiuta senza l’ausilio di ossigeno supplementare.
Alex Txikon ha anche raccontato di un incidente durante la discesa. Un compagno è caduto da quota 7250m a 6850m, e avevano pensato al peggio. Miracolosamente, si è salvato.
Secondo Julio Salinas, ex calciatore, presente alla conferenza stampa, lo Sherpa caduto è Pemba Tashi Sherpa. È ricoverato in ospedale e non ha potuto partecipare alla conferenza stampa.
Il basco ha rivelato che è stata una spedizione molto dura, più impegnativa del Nanga Parbat invernale.
Nei video che ha pubblicato racconta che quando sono partiti da C3 il vento era forte e la temperatura di circa -45°C con un percepito di circa -60°C. L’acqua delle borracce si è congelata.
In un ultimo messaggio, Alex Txikon ha inoltre dichiarato a Filippini: “Una cosa importante: siamo arrivati in cima al Manaslu grazie a Simone Moro. Non si è sentito bene in una zona di C2 in un tratto molto, molto pericoloso. Mi ha detto: ‘No, non posso continuare ma ho ancora la forza di ritornare al Campo Base’. Se fossi stato al suo posto, non me la sarei sentita di scendere da solo al campo base perché era una vera follia, credimi, farlo da solo. Quindi Simone ci ha permesso di salire in vetta al Manaslu”.