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13 Marzo 2023

Alpinismo e Spedizioni · Vertical

Adam Bielecki e Mariusz Hatala nelle Ande cilene: iniziato l’acclimatamento per l’Annapurna

Adam Bielecki e Mariusz Hatala in partenza per il Sud America, marzo 2023

Al via una delle spedizioni più interessanti della stagione alpinistica primaverile

In primavera, il polacco Adam Bielecki e il tedesco Felix Berg ritornano sull’Annapurna (8.091 m), questa volta insieme al giovane e forte alpinista polacco Mariusz Hatala, noto in ambito internazionale per l’impressionante salita invernale del Khan Tengri (7010m), nella catena montuosa del Tian Shan, effettuata nel 2019 insieme a Piotr Krzyżowski.  La forte squadra polacco-tedesca tenterà di completare l’apertura di una nuova via sulla parete Nord Ovest.

Bielecki e Hatala, giovedì scorso sono partiti per Copiapo (Cile). Trascorreranno i prossimi giorni sulle Ande, al confine tra Argentina e Cile. La loro meta sarà il vulcano più alto della Terra: l’Ojos del Salado. Con i suoi 6.893 metri, è un luogo ideale per acclimatarsi adeguatamente prima di affrontare l’Annapurna. I due  prevedono di passare quasi due settimane in montagna, e un minimo di tre giorni in prossimità della cima. Dopo il rientro in Polonia, il 30 marzo la squadra partirà per il Nepal.

Bielecki insegue questo ambizioso obiettivo da anni. I precedenti tentativi, quello del 2017 in team con Berg,  lo scozzese Rick Allen e il canadese Louis Rousseau, e quello del 2019 (team Bielecki e Berg), sono falliti a causa delle avverse condizioni meteorologiche.

Ieri, Bielecki ha postato dal Sud America quanto segue:

“Abbiamo trascorso la prima notte a 3. 780 metri e oggi abbiamo scalato il Siete Hermanas (4800 m). Ci sentiamo benissimo…”.

Storia della parete Nord Ovest dell’Annapurna

Annapurna, parete NO: 1) pilastro nord-ovest – via polacca, KW “Trójmiasto” (1996); 2) tentativo di Bielecki/Berg (2017); 3) tentativo svizzero (1984); 4) Slavko Svetičič (1991); 5) via Messner/Kammerlander (1985); 6) sperone Gabbarrou salito dal team Nežerka/Martiš (1988); 7) pilastro francese alla spalla ovest (Sigayret, 1984). ©Adam Bielecki, foto completata da wspinanie.pl

Secondo l’Himalayan Database, la prominente parete dell’Annapurna è stata attaccata da almeno 10 spedizioni fino ad oggi. Tuttavia, solo due  hanno avuto successo. Nel 1985, Reinhold Messner e Hans Kammerlander hanno scalato la vetta da questo versante per la prima volta. La seconda ascesa da nord-ovest è stata effettuata tre anni dopo dal team ceco formato da Josef Nežerka e Jindra Martiš. La Via dei Cechi, tuttavia, correva a destra della sezione principale della parete nord-ovest.

Negli ultimi anni, l’Annapurna è stato attaccata da nord-ovest senza successo da molti forti alpinisti, tra cui: Jean Troillet, Pierre-Alain Steiner, Jean-Yves Fredriksen, Patrick Gabarrou e Pemba Norbu Sherpa (fino a  7900 m). Nel 2008, una forte squadra polacca (Piotr Morawski, Piotr Pustelnik, Darek Załuski) e lo slovacco Peter Hamor hanno raggiunto i 7950 m, scalando la Via dei Cechi – purtroppo, la vetta non è stata raggiunta a causa del maltempo.

Nell’autunno dello stesso anno, ci hanno provato Dodo Kopold, Martin Minarik e Petr Masek, raggiungendo i 7500 m di altitudine. Nel 2009,  il forte pericolo valanghe ha impedito ai russi Valery Babanov e Viktor Afanasiev di iniziare il loro tentativo.

La storia della parete nord-ovest testimonia l’enormità della sfida che gli scalatori che vogliono raggiungere la vetta di questo ottomila, tutto sommato non molto alto, devono affrontare. Vale anche la pena notare che la via di Messner e Kammerlander, così come la Via dei Cechi che si collega alla cresta occidentale della cima, aggirano i contrafforti principali della parete nord-ovest. A maggior ragione, la creazione di una nuova via su questa parete – una linea che non aggiri le difficoltà – è un obiettivo di alto livello.