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13 Giugno 2023

Hiking e Trekking · Walking · L'arte di camminare · Resto del Mondo

Great Himalayan Trail: l’incredibile odissea di Ian James Hibbert

Ian James Hibbert. Fonte www.greathimalayatrail.com

A 72 anni, con una protesi totale al ginocchio, un alpinista australiano percorre 1500 km in 10 settimane attraversando 40 passi di montagna. Ecco il suo racconto…

In occasione del mio quarantesimo anniversario di visita in Nepal, ho deciso di percorrere il Great Himalayan Trail (GHT) all’età di 72 anni. Dal 1983 ho scalato e camminato molto, contribuendo all’economia del paese. Questa sarebbe stata una sfida maggiore a causa di un recente intervento di protesi totale al ginocchio. Diversi chirurghi ortopedici mi avevano consigliato di limitare la mia attività fisica alla semplice camminata. Ma dopo un lunga riabilitazione e allenamento, la situazione è gradualmente migliorata. Ho aumentato le mie camminate giornaliere, diventate di 25-30 km, simulando le condizioni del Nepal nelle Alpi della Nuova Zelanda.

Sono arrivato a Kathmandu alla fine di febbraio 2023 con un progetto flessibile che prevedeva il trekking da Taplejung alla città di confine con l’India occidentale di Darchula attraverso la parte  superiore e inferiore del GHT. Le previsioni meteorologiche, le condizioni di innevamento e la salute  avrebbero giocato un ruolo fondamentale nelle mie decisioni.

Il senso era avere un piano generale, senza  impantanarsi troppo in un itinerario prestabilito. Tre anni prima avevo percorso da solo il Te Araroa Trail di 3000 km in Nuova Zelanda utilizzando le tracce  GPS. Tuttavia, il Great Himalayan Trail, in particolare il percorso inferiore, è molto difficile da affrontare a causa degli innumerevoli sentieri locali e non segnalati. Un po’ di conoscenza del Nepal è fondamentale, specialmente sul sentiero inferiore.

Una nuova legge del governo nepalese richiede che tutti i trekker stranieri si avvalgano di una guida certificata. Le mie prime tre guide – Pemba, Pasang e LB – sono dovute partire a causa di altri impegni. La maggior parte del trekking l’ho fatta con Buddha. Ma tutte e quattro le guide sono state preziose per ottenere indicazioni sui sentieri e pernottamenti. Sono state indispensabili anche per il morale.

Non avrei avuto bisogno di una tenda e dell’attrezzatura da cucina fino al Lower Dolpo. Ma fin dall’inizio ho portato con me una tenda leggera, un sacco a pelo, un fornellino tascabile e cibo liofilizzato in caso di emergenza. Ho limitato il peso del mio zaino da 60 litri a circa 13 kg, compresi i medicinali e un piccolo alimentatore per la ricarica del mio iPhone. E’ stato difficile controllare l’igiene alimentare nei villaggi sperduti. Di conseguenza ho contratto la dissenteria amebica in tre diverse occasioni.

Ho trovato il percorso inferiore impegnativo quanto il GHT superiore. Giornalmente, affrontavamo 20-30 km, con salite e discese di 1.000-1.500 metri. La routine quotodiana prevedeva alle 7:30 colazione con frittata di verdure, chapati e chiya (tè), un daal-bhaat a metà giornata e un daalbhaat serale, alle 19:30. Il mix di riso, lenticchie, verdure e carne del daal-bhaat era facilmente reperibile  in tutto il Nepal.

Da Taplejung ho raggiunto Lukla sotto un temporale, dopo aver passato le ultime cinque ore su un sentiero fangoso, scansando innumerevoli muli da soma. Il mio progetto di attraversare il passo Tashi Lapta sulla parte superiore del GHT si è concluso a causa delle pessime previsioni meteo e della neve.

Attraversando il Lauribina Pass con Pasang. Foto Ian James Hibbert. Fonte : www.greathimalayatrail.com

Uno degli aspetti importanti nel GHT è la flessibilità. Quindi, ho iniziato la fase successiva della sfida da Jiri a Barhabise con una famosa guida di Jiri, LB. A Barhabise ho concordato con la mia agenzia di trekking, Himal del Nepal Independent Trekking, un’altra guida, Pasang. Anche il Tillman Pass era impraticabile, quindi abbiamo proseguito lungo il sentiero Gosainkunda attraverso il Lauribina Pass fino a Syabrubesi. Pasang ed io abbiamo camminato per 30 km in condizioni di neve e ghiaccio difficili.
Nei piccoli villaggi ho sempre cercato una sistemazione tranquilla dove il proprietario non fosse oberato di clienti.

Da Syabrubesi ero di nuovo sulla parte superiore del GHT. Il trekking della Ruby Valley con lo spettacolare Ganesh Himal ha offerto un paesaggio magico e selvaggio e un’ospitalità in famiglia sorprendentemente vicina a Kathmandu. Il trekking tra Somdang e Tipling, attraverso il Pansan Pass, si è rivelato meraviglioso, attraverso un duro paesaggio invernale,  immerso in neve profonda.

Pasang ed io siamo arrivati a Machhakhola attraverso il Manaslu Circuit. Ancora una volta, ho contratto la dissenteria amebica e il tour è stato interrotto per tre giorni. Himal mi ha fornito un’altra guida, Buddha, del piccolo villaggio Solo-Khumbu di Bung. Mi sono ripreso dopo un ciclo di antibiotici e Tatopani.

Undici anni prima avevo percorso la maggior parte del circuito del Manaslu nell’ambito della mia spedizione alpinistica sul Manaslu (2012), dove una valanga provocò la morte di alcune persone. Sulla montagna avevo perso anche un caro amico nel 2006. Quindi, questo trekking si è tinto di tristezza. Nonostante ciò, il trekking è stato indimenticabile, con viste mozzafiato sul massiccio del Manaslu e l’innevato Larkye Pass. I villaggi di Samagoan e Samdo ti immergono nella ricca cultura tibetana che non ha eguali in tutto il Nepal.

Ian James Hibbert al Larke Pass. Fonte: www.greathimalayatrail.com

Ho deciso di non continuare il circuito dell’Annapurna a causa del sovraffollamento e poichè ci ero già stato tre volte in passato. Buddha e io abbiamo proseguito con la fase successiva, da Besheshar a Beni, sul GHT inferiore. Questo tratto offriva alloggi in famiglia negli accoglienti villaggi Gurung, in contesti culturali di montagna unici, un’ospitalità travolgente e  cucina locale.

Anche in questo caso ho contratto un’intossicazione alimentare e mi sono ripreso a Pokhara, dove abbiamo potuto fare rifornimento. A parte il famoso Poon Hill Circuit, ho incrociato sorprendentemente pochi stranieri. Buddha ed io abbiamo camminato da Beni a Guibang, dove il maltempo ci ha costretti ad abbandonare il trekking attraverso il Jang La Pass fino a Dunai. Abbiamo quindi proseguito attraverso la remota riserva di caccia di Dhorpatan, simile alla Svizzera, fino a Musikot. Da Musikot abbiamo noleggiato una jeep e ci siamo diretti a nord-est verso il villaggio di Juphal, nel GHT inferiore. Il trekking da Juphal a Jumla è stato un misto di foreste mozzafiato, passi di montagna e villaggi sperduti di Chhetris e buddisti. A Jumla sono stato colpito di nuovo da una grave intossicazione alimentare. Devastato, e con la consapevolezza che non avrei raggiunto il mio obiettivo di Darchula, sono rientrato barcollando a Jumla per concludere un’incredibile odissea di 1500 km.

Ian James Hibbert con le donne della Ruby Valley. Fonte : www.greathimalayatrail.com

Ho trascorso 10 settimane indimenticabili, tra molte culture diverse, 40 passi di montagna e un paesaggio montano da brivido. Le interazioni con gli abitanti dei villaggi locali sono state un punto di forza. Pochi parlavano inglese, anche se i bambini mi facevano spesso domande curiose. Grazie al popolo nepalese per le esperienze memorabili.

Ian James Hibbert (già autore di “Alpamayo to Everest: It’s Not about the Summit“)