L’Alpenverein condivide la posizione del Club Alpino Italiano. Contrario il partito popolare Oevp
In Italia, recentemente, si è aperto un animato dibattito sull’opportunità di erigere nuove croci di vetta nelle Alpi. Ora, la medesima discussione si è scatenata anche in Austria.
L’Alpenverein, il club alpino austriaco (ÖAV), condivide la proposta di uno stop a nuove croci, lanciato in un primo momento dal Cai, mentre critiche arrivano dal partito popolare Oevp del cancelliere Karl Nehammer.
Il presidente dell’Alpenverein austriaco, Andreas Ermacora, ha ricordato in un’intervista all’emittente Orf Tyrol, che la sua associazione già “100 anni fa aveva deciso di non costruire nuovi sentieri e rifugi” per tutelare l’ambiente e il paesaggio alpino. “Per lo stesso motivo, negli anni ’80 e ’90, la commissione competente decise di non erigere nuove croci di vetta. Ce ne sono già abbastanza. Le croci di vetta sono un bene culturale e ognuno ha un rapporto diverso con esse. Per noi lo sfondo religioso è secondario”, ha ribadito Ermacora.
Il presidente dell’Alpenverein ha anche ricordato il grosso impegno tecnico per portarle in quota. “Prima deve essere costruita a valle. A volte deve essere trasportata da un elicottero. Poi deve essere montata a regola d’arte, in modo che non cada a causa delle intemperie. Non deve neanche crollare, se qualcuno, come capita, dovesse arrampicarsi su”, ha fatto presente Ermacora, che è anche avvocato.
Nelle Alpi occidentali e orientali abbiamo circa 4.000 croci di vetta, che vanno anche rinnovate e sostituite, ma “non serve una croce su ogni montagna. Anche i cosiddetti uomini di pietra e le bandiere di preghiera tibetane possono servire da orientamento”, ha detto il presidente dell’Alpenverein.
Critiche alle parole di Emacora sono arrivate dal capogruppo della Oevp nell’assemblea tirolese, Jakob Wolf, che ha definito le croci di vetta “parte della identità tirolese”. Approfondimento
Croci di vetta: dichiarazione del Comitato Centrale di Indirizzo e Controllo del Club Alpino Italiano
Intanto in Italia, il Comitato Centrale di Indirizzo e Controllo del Club Alpino Italiano, a seguito della polemica dei giorni scorsi, ha divulgato il seguente comunicato:
“In relazione al dibattito generato dalla falsa notizia che il Club Alpino Italiano si sarebbe pronunciato a favore della soppressione delle croci di vetta, il Comitato Centrale di Indirizzo e Controllo ricorda di non aver mai trattato la questione né, men che meno, di aver mai emanato alcun atto in materia.
Il Comitato Centrale di Indirizzo e Controllo medesimo ribadisce piena fiducia nell’operato, oltre che del Presidente generale Antonio Montani e del Comitato Direttivo Centrale, del direttore editoriale Marco Albino Ferrari, del direttore responsabile de La Rivista del Club Alpino Italiano Andrea Greci e del responsabile de Lo Scarpone Pietro Lacasella, auspicando che i malintesi che si sono creati e che hanno portato all’annuncio di dimissioni dei responsabili dell’area cultura e comunicazione, si possano considerare chiariti, in modo che tutti gli interessati proseguano l’importante lavoro di rinnovamento dell’area cultura e comunicazione proficuamente da essi avviato negli scorsi mesi.”