MENU

4 Luglio 2023

Ambiente e Territorio · Cultura · Alpi Orientali · Aree Montane · Italia · Trentino Alto Adige

“Cinquant’anni dopo. In valle dei Mòcheni con Flavio Faganello”. In mostra dal 1 luglio al 29 settembre 2023

Flavio Faganello. Foto arch. Fam. Faganello

Un omaggio ad un artista che ha raccontato con le sue opere la storia del Trentino. A cura di Roberto Festi

Sabato 1 luglio, presso la piazza di Palù del Fersina (Trento), è stata inaugurata la mostra Cinquant’anni dopo. In valle dei Mòcheni con Flavio Faganello, a cura di Roberto Festi e dedicata alle opere del fotografo trentino.

Un omaggio all’artista e alla “sua” amata valle dei Mòcheni attraverso cento fotografie, molte inedite, provenienti dall’Archivio fotografico storico della Provincia autonoma di Trento e dall’Archivio della famiglia Faganello, esposte in tre sedi: al Maso Filzerhof, dell’Istituto Culturale Mòcheno (nel Comune di Fierozzo), Casa Lenzi (Palù del Fersina), ed en plein air, tra le vie di Palù del Fersina.

I materiali presenti in mostra sono pubblicati in un catalogo (160 pagine con testi in italiano/tedesco) pubblicato da Antiga Editore, contenente specifici saggi firmati da esperti di fotografia e amici di Faganello: Franco de Battaglia, Roberto Festi, Valentina Varoli, Matteo Cova, Alice Zorzin e Katia Malatesta.

Appuntamenti correlati: prima serata il 7 luglio

La mostra, che sarà visitabile fino al 29 settembre, vede un ricco calendario di appuntamenti correlati: letture sceniche e musiche dal vivo di brani tratti da La Valle dei Giganti di Giuseppe Šebesta (1959) con l’attrice Beatrice Elena Festi e Michelangelo Felicetti alla fisarmonica.

La prima serata si terrà venerdì 7 luglio, con La panchina, a Palù del Fersina, presso il parco in località Lenzi, alle ore 20.30 (in caso di maltempo al Maso Filzerhof). Gli eventi proseguiranno martedì 11 luglio con La miniera, e in agosto – venerdì 11 con Oltre le nebbie e martedì 22 con La slitta –. Si concluderanno sabato 23 settembre con Gelosia.

L’ingresso è libero e gratuito.

Interventi nel corso della presentazione

Mostra Flavio Faganello 2023: inaugrazione a Palù del Fersina, 1 luglio 2023. Fonte Mostra Flavio Faganello/press

Erano presenti all’inaugurazione Walter Kaswalder, presidente del Consiglio provinciale, Franco Moar, sindaco del Comune di Palù del Fersina, Lorenzo Moltrer, sindaco del Comune di Fierozzo, Roberto Festi, curatore della mostra, Luca Moltrer, Presidente dell’Istituto Culturale Mòcheno, Licia Faganello, moglie di Flavio Faganello, i figli e i nipoti, Gadler Mirko, sindaco di Vignola Falesina, Francesco Fantini, sindaco di Bedollo e Gianni Nicolussi Zaiga, sindaco di Luserna.

«Per me è un onore essere qui oggi – ha affermato Walter Kaswalder, presidente del Consiglio provinciale – a rappresentare il Consiglio e l’Assessore Bisesti, che purtroppo non può essere presente oggi. Conoscevo perfettamente Flavio Faganello che, sempre con la sua macchina fotografica, ci ha lasciato una testimonianza e documentazione singolare. Il suo lavoro dal primo dopoguerra al 2005, fino a quando ha vissuto, per noi è una grande documentazione storica che ci permette di trasmettere alle future generazioni la storia di queste valli e di tutto il Trentino. Buona mostra a tutti!»

«Ci sono tre ragioni – ha detto Roberto Festi, curatore della mostra – per cui ho pensato di realizzare questa mostra. Ho trascorso gran parte delle mie estati da piccolo a Sant’Orsola, perciò ho un forte legame con questa valle, che conosco bene. Inoltre, due anni fa, ho seguito la tesi di laurea di Alice Zorzin su Flavio Faganello, che mi ha acceso l’idea. Il motivo più importante, però, è che sono stato un vero amico di Flavio Faganello per 30 anni. Abbiamo scritto libri, abbiamo allestito mostre, abbiamo avuto un rapporto davvero intenso, che si è concluso con la mostra del 2006, che lui purtroppo non ha potuto vedere. Era una persona speciale. Ci tengo a ringraziare tutte le persone che hanno reso possibile questa mostra, e in particolare la famiglia Faganello. Grazie a tutti!»

«Grazie a tutti per essere qui oggi così numerosi – ha sottolineato Franco Moar, sindaco del Comune di Palù del Fersina -. Abbiamo voluto questa mostra per ricordare a noi stessi, ai giovani e alle nuove generazioni, com’era la valle dei Mòcheni una volta e come è cambiata con il passare degli anni, ma anche per essere un momento “amarcord” per le persone più anziane, per ricordare loro i paesaggi, la vita e le emozioni di allora. Flavio Faganello ha documentato momenti di vita quotidiana, con la giusta sensibilità: ci chiamava “la sua gente”, e qui era sempre il benvenuto. Per noi è importante questa mostra: è un momento fondamentale per valorizzare la comunità mòchena, la cultura, il paesaggio, la lingua e le nostre tradizioni. Ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questa bellissima iniziativa, la famiglia Faganello, il curatore Roberto Festi, tutte le Autorità e Istituzioni e ogni sostenitore.»

«Sono orgoglioso di essere qua oggi – ha dichiarato Lorenzo Moltrer, sindaco del Comune di Fierozzo -. Dopo cinquant’anni dalla prima mostra le fotografie di Flavio Faganello tornano in valle dei Mòcheni, una valle tanto apprezzata e soprattutto tanto amata da lui stesso, un artista che ha saputo cogliere i tratti più intensi del nostro territorio, e che con la sua passione e le sue fotografie è stato in grado di interpretarli e trasmetterli. Grazie a tutti e buona mostra!»

«Come Istituto abbiamo subito dato il nostro sostegno – ha evidenziato Luca Moltrer, presidente dell’Istituto Culturale Mòcheno -, mettendo a disposizione parte della sede museale Filzerhof, che ospita una sezione della mostra. Una location che rappresenta ancora le diverse immagini catturate dallo stesso Flavio Faganello nella sua opera. Purtroppo non ho avuto modo di conoscerlo. Un sentito ringraziamento da parte della nostra comunità è doveroso, perché se abbiamo avuto la fortuna di essere conosciuti anche fuori dalla nostra realtà territoriale, sicuramente è dovuto anche a lui.»

Licia Faganello, moglie di Flavio Faganello, durante l’inaugurazione della mostra a Palù del Fersina, 1 luglio 2023. Fonte Mostra Flavio Faganello/press

«Mi trema la voce dall’emozione – ha detto Licia Faganello, moglie di Flavio Faganello -. Volevo ringraziare davvero tutti, soprattutto la popolazione della valle, perché se ha fatto tutto quello che ha fatto, è stato perché è sempre stato accolto con amore. Grazie di cuore a tutti!»

La mostra è realizzata dal Comune di Palù del Fersina, Comune di Fierozzo, Istituto Culturale Mòcheno, Associazione Pro Loco Palù del Fersina, in collaborazione con la Soprintendenza per i beni culturali. Archivio fotografico storico della Provincia autonoma di Trento e con l’archivio famiglia Faganello. L’iniziativa culturale è stata resa possibile grazie al sostegno di: Provincia autonoma di Trento, Regione Trentino-Alto Adige/Südtirol, Comunità Alta Valsugana e Bersntol, Bim Adige Trento, Cassa Rurale Alta Valsugana, Mediocredito-Investitionsbank, Sant’Orsola S.C.A e con il Patrocinio del Trento Film Festival.

Flavio Faganello

All’inizio degli anni Cinquanta, Flavio Faganello (Terzolas, Val di Sole 1933-Trento 2005), comincia a collaborare con le redazioni de Il Gazzettino, Alto Adige, l’Adige. In questo periodo, con sensibilità straordinaria, tesse un profondo legame tra la sua professione, la sua terra d’origine e i suoi abitanti. I primi anni Settanta ne definiscono il ruolo di reporter testimone del territorio, un mondo di montagna che ha raccontato e studiato per cinquant’anni, documentandolo con attenzione e passione. I due volumi Solo il vento bussa alla porta (Saturnia, 1970) e Gli eredi della solitudine. Viaggio nei masi di montagna del Tirolo del sud (Saturnia, 1973), realizzati con il giornalista Aldo Gorfer, raccolgono foto-inchieste che lo rendono celebre nella fotografia di documentazione sociale ed etnografica. Negli stessi mesi esce La valle dei Mòcheni (Manfrini, 1971), libro corredato da un ricco apparato iconografico e da testi del sodale Gorfer. È considerato uno dei massimi fotografi trentini del secondo Novecento. Tra i riconoscimenti ricevuti rientrano la Medaglia d’oro nel 1966 conferitagli da La Nazione di Firenze e il Premio ITAS Letteratura di Montagna vinto due volte: nel 1974 con Gli eredi della solitudine. Viaggio nei masi di montagna del Tirolo del sud e nel 1993 con Trentino-Alto Adige. Il mio mondo.