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6 Novembre 2023

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Kirghizistan: Steadman, Vilhauer e Timpano aprono una nuova via sul Pik Alpinist (5.482 m)

Kirghizistan: nuova via sul Pik Alpinist aperta da Dane Steadman, Jared Vilhauer e Seth Timpano ©Jared Vilhauer

Battezzata “Trophy Hunt” la via è stata gradata AI5+, M5

Dane Steadman (25), Jared Vilhauer (42) e Seth Timpano (41) hanno aperto una nuova via sul ghiaccio selvaggio del Pik Alpinist, in Kirghizistan.

La linea sale direttamente la parete Nord-Est. Gli alpinisti l’hanno battezzata Trophy Hunt e l’hanno gradata AI5+, M5.

La loro relazione finale è appena stata pubblicata sul sito dell’American Alpine Club.
Come i membri della spedizione allo White Sapphire  e  allo Jannu, la squadra ha ricevuto la sovvenzione Cutting Edge Grants dell’AAC.

Il team è partito a settembre per l’Asia centrale senza un obiettivo preciso, ma confidando nella teoria di Seth Timpano secondo cui la combinazione di latitudine e altitudine della regione potesse produrre ghiaccio alpino insolitamente buono. La teoria si è rivelata vera, ha postato Steadman su Facebook.

Dopo un viaggio avventuroso di due giorni e mezzo in auto verso la valle occidentale del Kokshaal-Too nel Tien Shan, su strade dissestate, guadando fiumi quasi impraticabili e una discussione molto seria sull’opportunità di abbandonare il progetto per dirigersi verso una zona più accessibile, gli alpinisti hanno allestito il campo base all’imboccatura della valle prevista e si sono messi al lavoro. Quando hanno intravisto il Pik Alpinist, ne sono rimasti affascinati.

“La piramide quasi perfetta, ripida su tutti i versanti, che brillava al sole del pomeriggio, ci richiamava con forza. Un paio di giorni dopo siamo tornati su, questa volta per passare qualche notte in quota e per sondare meglio le nostre possibilità – racconta Dane Steadman – Ancora una volta l’Alpinist, pur non essendo la [montagna] più grande, ci ha colpiti in quanto la cima più elegante della valle e, una volta vista la sua parete est, siamo rimasti a bocca aperta.[…] Direttamente sotto la vetta, una linea in particolare ha attirato la nostra attenzione. Avevamo un obiettivo.”

Il 23 settembre il team si è trasferito alla base della montagna. La progressione è iniziata il giorno seguente alle 3 del mattino, con l’intento di effettuare una scalata non-stop.

“Abbiamo puntato una linea di ghiaccio elegante e sostenuta sulla parete nord-est del Pik Alpinist (5.482 m) – racconta Seth Timpano – Data la ripida arrampicata su ghiaccio della via, abbiamo deciso che la strategia migliore era quella di tentarla senza portare con noi l’attrezzatura da bivacco. Abbiamo lasciato il nostro campo alla base della parete alle 3 del mattino e abbiamo attraversato il bergschrund (il crepaccio terminale), o “schrund”, poco dopo. Utilizzando corde da 70 m, abbiamo effettuato 16 tiri, molti dei quali hanno richiesto 10+ m di arrampicata simulata attraverso difficoltà fino all’AI4 sui tiri più ripidi e 60+ m di arrampicata simulata sui tratti ad angolo più basso.”

“Alle 4 del mattino eravamo alla base del primo tiro, un inaspettato e ripido crux di ghiaccio.- precisa Steadman – Poche ore dopo, eravamo sulla striscia di ghiaccio chiave di 300 metri, mentre la parete sopra di noi iniziava a brillare di arancione. Ghiaccio ripido e bello al sole seguito da ghiaccio più ripido e duro all’ombra ci hanno portati in cima alla parete di testa. Da lì, pendii di neve e un altro lungo tiro di ghiaccio ci hanno condotti a un altro tiro chiave: uno spaventoso pilastro di ghiaccio a 5.200 metri.”

È toccato a Seth Timpano fare da capocordata. Dopo 14 ore di arrampicata, un’impresa non da poco, e al calar del sole, la squadra ha aggirato il pilastro risalendo un sottile couloir di ghiaccio.

Una lunga traversata al buio sotto lo strapiombo ha portato gli alpinisti in un punto in cui Jared Vilhauer ha potuto aprire un varco.“Abbiamo raggiunto la vetta con un vento pungente alle 20:30 [del 24 settembre]”, conclude Steadman.

La discesa, lungo la stessa parete di salita, è durata tutta la notte. La squadra è rientrata alla base all’alba, impiegando un totale di 27 ore (andata e ritorno) per completare il progetto.

 

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