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21 Novembre 2023

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Luigi Santini, Jay Mathers, ‘Tashi’ Sherpa e Prakash Sherpa rinunciano al Malangphulang (6.573 m)

Fonte: Alpinist Climber Expeditions. Tentativo al Malangphulang, Nepal, novembre 2023

Il team, che ha tentato una nuova via attraverso la cresta Nord-Ovest, ha abbandonato la scalata a 6.200 metri di quota a causa delle difficili condizioni della montagna

La prima settimana di novembre, una squadra di quattro alpinisti ha tentato di scalare in stile alpino il Malangphulang (6.573 m), attraverso una nuova via sulla cresta Nord-Ovest. La montagna si erge in una bellissima valle nascosta della regione del Khumbu, in Nepal.

Secondo l’agenzia nepalese Alpinist Climber Expeditions, le guide IFMGA/UIAGM Riten Jangbu (Tashi) Sherpa e Prakash Sherpa, insieme allo statunitense Jay Mathers e all’italiano Luigi Santini, hanno raggiunto un’altitudine di 6.200 metri

Dopo aver trascorso molti giorni ai campi alti e due notti al Campo 1 (5800 m), il team ha dovuto abbandonare la spinta al vertice nel cuore della notte a causa delle condizioni della montagna. “Nonostante la parete Nord sia molto esposta, abbiamo raggiunto con successo i 6200m circa anche se in condizioni di neve molto instabile e la scossa di terremoto di venerdì notte.”, si legge sul sito dell’agenzia nepalese.

“Spedizioni in stile alpino come questa richiedono una forte determinazione, soprattutto quando si tenta un’ascesa mai effettuata prima in circostanze difficili”, ha dichiarato Prakash Sherpa.

“Ci siamo accampati all’Ama Dablam Basecamp Lodge e con l’aiuto di portatori abbiamo stabilito il campo alto a circa 5100 m sulla morena. Successivamente, siamo rimasti sorpresi dalle condizioni del Nare Glacier“, ha riferito il team.

Gli alpinisti hanno raccontato a The Himalayan Times che, a seguito di ricerche effettuate prima della spedizione, risulta  una sola salita della parete Ovest, avvenuta nell’aprile 2000 attraverso l’Hinku-Nup Glacier, da parte di una squadra americana formata da Peter Carse e Supy Bullard. “Non sono documentate altre ascensioni della montagna dal 2000”, ha affermato Jay dopo essere rientrato a Kathmandu.

Durante l’avvicinamento al campo alto, a 5100 m,  il team ha attraversato la tundra e percorso sentieri per yak.

“Il C1 è stato stabilito a 5800 m, appena sotto la cresta Nord-Ovest principale del Malangphulang”, ha riferito Jay al quotidiano nepalese.

“La progressione iniziale sulla morena fino all’inizio della scalata per raggiungere il C1 è stata molto diversa da quanto emerso dalla nostra ricerca attraverso GoogleEarth; le immagini e l’unico report di spedizione, davano un ghiacciaio molto più esteso di quanto abbiamo trovato quando abbiamo iniziato la scalata”, ha aggiunto l’alpinista. “L’impatto del cambiamento climatico è evidente.  Il ghiacciaio sembra essersi ritirato dai tempi della  spedizione americana”.

“La salita dalla morena al C1 è stata per lo più facile, di 5a  (1+ francese), con un po’ di  arrampicata mista su neve fresca e pochissimo ghiaccio. C’è stato un tiro di YDS 5.9 (5c francese) circa 120 m sotto il punto in cui abbiamo stabilito il C1, ma la roccia in questa sezione non era come nelle lunghezze inferiori.”

“Quando dal colle siamo arrivati sulla cresta, l’arrampicata è diventata più ripida con sezioni di 60-70 gradi su un mix di neve non consolidata e più densa. Alcuni tratti, a poco più di 6000 m, erano costituiti da roccia friabile e neve mista. A poco più di 6000 m, ci siamo ritirati a causa delle cattive condizioni della neve e della roccia trovate in cresta. Questo alle 04:00, dopo 6 ore di scalata e poco meno di 1000 metri di salita e soli 200 metri circa di dislivello dal C1”, ha raccontato Jay.

“Dal C1 alla morena fino al campo alto abbiamo effettuato circa 9 calate in corda doppia e un mix di blocchi e ancoraggi. In totale, dal nostro punto [più] alto al campo alto, sono passate circa 20 ore”, ha aggiunto.

I video della salita

Fonte Alpinist climber Expeditions. Tentativo sul Malangphulang (6.573 m). Da sinistra: Prakash Sherpa e Luigi Santini