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24 Novembre 2023

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Europa

Jonatan García e Félix Sánchez aprono due nuove vie sull’Aneto

Jonatan García e Félix Sánchez, in cima al Pico de Aneto, dopo l’apertura di “Ser Aventureros”. ©Jonatan García

I due alpinisti spagnoli hanno battezzato le due nuove linee “Ser Aventureros” (235 m, 90º, M5+) e “SiGa” (235 m, 90º, M6, A1)

Lo scorso 20 novembre, tre giorni dopo l’apertura della via di ghiaccio e misto “Ser Aventureros”, gli spagnoli Jonatan García e Félix Sánchez si sono ripetuti con un’altra nuova via sul Pico de Aneto (3.404 m): “SiGa” (235 m, 90º, M6, A1).

La via si trova a sinistra di “Ser Aventureros” (235 m, 90º, M5+) e conduce direttamente alla vetta più elevata di tutta la catena Pirenaica.

La salita ha richiesto ai due alpinisti spagnoli  6 ore per Ser Aventureros e 7 per SiGa. A questo vanno aggiunte 4 ore e mezza di avvicinamento dal paese, più la successiva discesa a Benasque, la bella località montana nella provincia di Huesca (Aragona).

Entrambe le linee si trovano su una parete del massiccio orientata a Nord-Est, poco frequentata, tanto che conta solo un’altra via aperta dal grande Jean Arlaud nel 1935, insieme a Jean-Victor Parant e Jean Grelier.

SiGa e Ser Aventureros. ©Jonatan García

“Ser Aventureros”  e “SiGa” sono state aperte approfittando delle condizioni in quota di questo autunno. La prima grande tempesta nordica sul massiccio, con molto freddo e neve abbondante, è arrivata solo successivamente, quindi è probabile che quest’inverno la maggior parte delle sezioni di misto risultino coperte.

Jonatan ha affermato di non aver lasciato nulla in parete. “Le viti non si adattavano bene, perché il ghiaccio era sottile. La maggior parte dell’assicurazione è stata apposta su roccia, con friends, spit e chiodi. Non ho lasciato nessun chiodo in parete, perché su una via alpinistica invernale come questa, fatta al mattino presto, probabilmente non sarebbero serviti a nessuno, in quanto coperti da un buon strato di ghiaccio”.

Per quanto riguarda la roccia, “non era né molto buona né pessima – conclude Garcia –  Consolidata dal permafrost, ha richiesto attenzione, ma si poteva arrampicare bene”.